Cronaca

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Saranno i Ris di Parma a dover trovare le prove a sostegno della tesi accusatoria nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Alessandro Macchi, l’industriale varesino ucciso nel novembre scorso nella sua villa di Rapallo, raggiunto da un colpo di pistola al fianco, uno al torace, uno alla schiena e l’ultimo al collo.I militari del Ris devono analizzare l’auto dell’imprenditore, la vettura di proprietà del figlio Luca, indagato per concorso nel delitto, gli abiti della compagna polacca della vittima, Joanna Malgorzata Lohninger, sospettata di essere l’autrice materiale dell’uccisione, le dosi di cocaina rinvenute sul cadavere di Macchi e, soprattutto, la pistola utilizzata per l’assassinio. Secondo quanto ricostruito la pistola è stata rubata quattro anni fa a Milano e non risulta essere stata impiegata in altri fatti di sangue. Gli accertamenti di laboratorio potrebbero portare gli inquirenti a identificare il ricettatore, colui che ha venduto l’arma. L’esame dello stub ha indotto i militari e il pm a sostenere che a premere il grilletto sia stata proprio l’ex ballerina polacca. Ma gli stessi detective sospettano ora che a procurare quell’arma sia stato il figlio della coppia, Luca Macchi. I Ris cercano residui anche sull’auto di proprietà o in uso al giovane studente universitario. si tratta di accertamenti complessi che potrebbero anche risolversi negativamente.