Il tema della possibilià di trasferire l' edificabilità da un luogo ad un altro è diventato, a Genova, di scottante attualità. Vi è chi sostiene la validità delle norme del Piano regolatore e/o Puc e discute della loro applicazione ai casi concreti (l'ex sindaco Sansa),chi dice che questa normativa, che prevede un trasferimento di cubatura ,sia un fiore all' occhiello di Genova (l' ex assessore Gabrielli).Che ci pone all' avanguardia in Italia. E' abbastanza chiaro, da secoli, che una cosa è una norma generale ed astratta, sia essa contenuta in una legge o in un Piano regolatore e altra cosa la sua applicazione ai casi concreti. Basta rileggersi Aristotele e la sua "Etica Nicomachea"per trovare osservazioni acute su questo punto. Ma senza voler troppo polemizzare con chi volle questa normativa e con chi, dopo e ancora adesso, dice essere l' avanguardia, una qualche responsabilità vi può essere nelle norme e in chi le ha fatte se esse producono danni?
Circa l' argomento in oggetto tutti (almeno chi si occupa di diritto) sanno che il trasferimento di cubatura da un' area all' altra, benchè non sia disciplinata da una normativa a livello di codice civile, ha una cospicua giurisprudenza e dottrina che si è occupata di definirne i confini. In questo ambito è evidente, per esempio che se si segue la tesi della giurisprudenza e dottrina che vuole che i fondi dei quali si cede la cubatura siano vicini o almeno legati da un vincolo funzionale, diventa molto più difficile che si utilizzi la cubatura di Bolzaneto per edificare ad Albaro. Così, anche senza imporre la vicinanza di due fondi si prevede che le aree interessate devono avere la medesima destinazione urbanistica diventa più difficile utilizzare l' edificabilità di Bolzaneto , dove magari vi sono capannoni industriali, per fare case e residenze private ad Albaro. Ma perchè questi due requisiti, o almeno il secondo, nel Puc genovese non ci sono o sono messi in scarsa evidenza?
E un' impostazione che non dà evidenza a questi o altri elementi siamo proprio sicuri che non costituisca un modo per aggirare le finalità per le quali è stato prevista, da almeno un cinquantennio, la necessità del Piano regolatore (uso una vecchia terminologia per farmi capire)? La cui essenza è stabilire cosa si può fare in una zona e cosa non si può fare in un' altra . Piano regolatore che viene approvato dal Consiglio Comunale proprio per questa caratteristica, che prima deve "subire" le osservazioni dei cittadini che possono essere interessati a suggerire le destinazioni di un ' area e cosa si può fare nelle varie zone della città. Se si stabilisce che a Bolzaneto si può fare solo capannoni industriali e il Consiglio Comunale, cioè l' Assemblea, e i cittadini prima, sono d' accordo, è veramente normale trasferire l' edificabilità ad Albaro non per realizzare capannoni ma per fare abitazioni? Anche utilizzando in tutto o in parte l'edificabilità di Bolzaneto , magari sulla base di calcoli economici che sostengono che il valore immobiliare del capannone di Bolzaneto è la metà o un terzo del valore immobiliare dell' abitazione di Albaro?
Aver previsto una tale normativa con pochi paletti , circa i requisiti che i trasferimenti di edificabilità , è proprio senza responsabilità per chi ha fatto la normativa ed è tutto solo un suo cattivo uso nel caso concreto? Come vede non sono solo problemi giuridici ma soprattutto politici, perchè stabilire certe norme generali ed astratte che prevedano certi requisiti o non ne prevedono è un problema politico. Uno di quei problemi , per ritornare ad Aristotele che , il filosofo per eccellenza, come veniva chiamato, poneva quando diceva che in uno Stato devono essere sovrane le leggi . Altrimenti non si ha vero e proprio Stato. Cioè sovrane sono le norme generali ed astratte fatte bene, lasciando ai governanti (cioè agli uffici degli assessori o del Sindaco) solo la sovranità in quegli aspetti dove le norme generali non possono disporre con precisione per la difficoltà di prevedere tutti i casi particolari. Ma la norma generale (nel Puc )deve esserci e deve prevedere certi requisiti. Se non li prevede o è un a norma in bianco la "sovranità " dei governanti è massima. Con tutto quello che ne puo conseguire..
*Componente direttivo PdL Genova
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