Cronaca
Marittimo agli arresti domiciliari, ma a bordo della nave su cui lavora
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Un marittimo genovese di 47 anni ha ottenuto di scontare un residuo di pena di un anno, un mese e nove giorni agli arresti domiciliari, sulla nave portacontainer della compagnia di navigazione per cui lavora come cuoco di bordo. Sono stati i giudici del tribunale di Sorveglianza di Genova a concedere all'uomo la singolare misura restrittiva. Il 47enne, con un solo lavoro ma due famiglie e figli da mantenere in Italia e Ucraina, era stato condannato nel 2003 per sfruttamento della prostituzione a una pena di cinque anni, in parte indultata, in parte scontata. Da allora, argomentano i giudici nell'ordinanza, non ha più compiuto altri reati e ha sempre avuto una condotta esemplare, anche dal punto di vista professionale. Non essendo in condizione di perdere il lavoro, potrà stare agli arresti in giro per il mondo, a bordo della nave. Uniche restrizioni, concordate con il suo avvocato difensore Alessandro Sola: deve lavorare per una compagnia con navi battenti bandiera italiana e navigare nel "solo" Mar Mediterraneo. Sarà il comandante a fare le funzioni di pubblico ufficiale e controllare che la pena sia scontata secondo le regole degli arresti domiciliari.
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