Cronaca

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L’analisi più interessante l’ha fatta il presidente dell’Autorità Portuale, Luigi Merlo, commentando la clamorosa sentenza che ha cancellato praticamente tutte le enormi accuse che erano state gettate sulle spalle di Giovanni Novi e amici. Ha detto Merlo che l’aspetto che lo preoccupa di più è la reazione di redde rationem che potrebbe avere quella conservatrice e snobistica classe borghese portuale che “ha messo su uno scudo intorno a Novi” e che certamente si sarebbe comportata in modo differente (infischiandosene) se invece dell’anziano e autorevole brooker ci fosse stato un altro, cioè uno appartenente ad altra casta. Perché il porto è il regno delle caste, chiuse e gelose dei loro poteri, pronte a fare quadrato se viene scalfita dall’esterno la loro riserva, ma anche assolutamente disponibili a sciabolarsi a vicenda. Merlo paventa il rischio di un “ritorno al passato”, quando le attività di un porto che deve essere legato strettamente alla città e alla sua vita, erano segrete e poco trasparenti. Sarebbe una catastrofe e ancora più drammatica dopo che un’inchiesta che alla fine si è ridotta a uno sbuffo ha paralizzato lo scalo con conseguenze economiche che sarebbe interessante calcolare.