Cronaca
TRENT'ANNI DOPO
48 secondi di lettura
La città si aggrappa all'ultima grande fabbrica che è senza ossigeno. Le manifestazione di questi giorni, gli operai dei cantieri che devono usare l'arma più antica della protesta, scendere per le strade, bloccare la vita della città, paralizzare il traffico, creare pesanti disagi ai cittadini anche lavoratori come loro, ci rigettano indietro nel tempo di una trentina d'anni, quando Genova viveva il tremendo periodo della de-industrializzazione, il disimpegno delle Partecipazioni statali che non avevano soltanto aiutato la città a tirare avanti, ma avevano creato una rete di intelligenze manageriali e tecnologiche straordinarie.Allora ci si illuse che la grande industria con gli operai avrebbe lasciato spazio al terziario, al turismo, alla città intelligente. Erano gli anni in cui Alberto Gagliardi, vivace cervello democristiano e manager dell'Elsag lanciava lo slogan dell'industria pensante contro l'industria pesante. Oggi ci rendiamo conto che tanti di quei ragionamenti sono stati traditi. L'industria pesante finisce e quella pensante stenta a occuparne gli spazi vuoti.
Ultime notizie
- Bilancio, il Consiglio comunale non si ferma neanche di notte. Si va a oltranza
- Processo Nada Cella: oggi la difesa di Cecere in aula, la sentenza slitta al 2026
- Maxi processo Morandi, quattro udienze per difendere Castellucci
- Tragedia per Vitinha: esplode una palazzina, muoiono i suoi cugini di 3 e 5 anni
- Vittima di truffa diffama la banca, denunciata
- Sampdoria: Barak, Pedrola e Cuni le armi in più di Foti
11° C
LIVE
IL COMMENTO
-
Franco Manzitti
Mercoledì 17 Dicembre 2025
-
Luigi Leone
Lunedì 15 Dicembre 2025
leggi tutti i commentiPrima del cantiere "uno", prima del tunnel. Qualche domanda da non evadere
Genova, se “l’amichettismo” fa proseliti a Palazzo Tursi