Vai all'articolo sul sito completo

Meteo

1 minuto e 35 secondi di lettura
di Silvia Isola

LIGURIA - Piogge improvvise, temporali, fulmini: tutti concentrati in porzioni molto limitate del territorio. Dal torrente Rupinaro che è esondato venerdì a Cogoleto alla pioggia nel Ponente genovese di giovedì, anche questo sabato ha visto perturbazioni intense tra Chiavari e La Spezia. La Liguria è stata investita dagli effetti di un passaggio in quota di un’onda depressionaria che interessa tutto il Nord Italia. Siamo in un contesto di forte instabilità, con fenomeni intensi come quello a Cogoleto dove sono piovuti 30 mm in un'ora, raggiungendo anche picchi di 18 mm in 5 minuti.

La struttura temporalesca che ha interessato il Tigullio nelle prime ore della mattinata sta transitando verso Levante e ha già colpito La Spezia. Dal pomeriggio dovrebbero cessare e ci sarà prevalenza di sole. "Quest'anno è più piovoso rispetto agli ultimi tre", spiega a Primocanale Federico Grasso di Arpal, "per cui non dovremo avere problemi di siccità quest'estate: cambiamenti repentini sono tipici della primavera, ma non eravamo più abituati viste le stagioni decisamente più secche negli anni scorsi". 

A livello locale, spiega Arpal, sulla nostra regione è transitato un flusso umido di scirocco: le forti precipitazioni sono dovute all’innesco orografico (la presenza del massiccio del Beigua, nello specifico, impattato con un’angolazione favorevole alla formazione dei rovesci). Si sono avute due fasi distinte: fino all’una, le precipitazioni più intense hanno riguardato soprattutto il savonese orientale, senza fulmini. A seguire, la struttura si è spostata lentamente a levante, colpendo in particolare Sciarborasca, con 46 mm/15 minuti, 70 in mezz’ora e 96 in un’ora: 96 litri per metro quadrato di territorio in 60 minuti. Nonostante l’assenza di convergenza, i fenomeni sono stati praticamente stazionari a causa della persistenza dell'innesco nella stessa area unita a una configurazione del vento alle diverse quote favorevole al mantenimento della struttura convettiva, la cui componente più attiva si è però sviluppata soprattutto negli strati medio-bassi, con una quota generalmente ben inferiore ai 6.000 metri, solo occasionalmente superati dalla sommità delle nuvole.