Vai all'articolo sul sito completo

Attualità

La denuncia di Assoutenti che parla di "assurda mala-burocrazia": la donna aveva provato a mandare la figlia a ritirare i soldi ma non era stato possibile: alle poste le avrebbero consigliato di venire in ambulanza
1 minuto e 47 secondi di lettura
di Au. B,

CHIAVARI - "Ora tornerò in Ucraina per riportare a casa le ceneri di mia madre e spero di cuore che la mia esperienza possa servire affinché situazioni del genere non si verifichino mai più". Così la figlia di una profuga ucraina, malata terminale, morta prima di poter ricevere i 300 euro che le spettavano per un cavillo burocratico. La normativa prevede infatti che il sussidio venga riscosso personalmente. La signora, però, era impossibilitata a muoversi e proprio per questo avrebbe provato a mandare la figlia, armata di delega e certificato Asl, alle Poste.

Niente da fare però, Poste Italiane "esprime cordoglio" per la morte della signora e sottolinea che "il sussidio può essere erogato esclusivamente agli aventi diritto senza la possibilità di delega".

La storia è avvenuta a Chiavari ed è denunciata da Assoutenti che parla di "assurda mala-burocrazia". "Siamo venuti a conoscenza di questa assurda e vergognosa vicenda tramite il Numero Verde istituito dalla Regione Liguria, ma gestito proprio dagli operatori delle Associazioni dei Consumatori liguri, e come Assoutenti abbiamo deciso di anticipare il sussidio che sarebbe spettato a questa donna e versare i 600 euro alla figlia (2 mensilità di sussidio ndr) in attesa che si sblocchi la situazione - afferma il presidente Furio Truzzi - Abbiamo deciso inoltre di aprire un formale reclamo contro Poste Italiane facendo appello soprattutto all'Amministratore Delegato Matteo Del Fante perché intervenga prontamente a correggere ciò che impedisce ai direttori e agli impiegati delle Poste di sentirsi parte di questa rete di accoglienza."

"Tutto questo all’Ufficio Postale di Chiavari non è bastato e per giorni la Direttrice della struttura si è rifiutata categoricamente anche solo di trovare una soluzione al problema delle due profughe - continua Assoutenti -, perché la circolare interna con le istruzioni su come erogare il sussidio prevede che sia la persona stessa a ritirarlo e che quindi lei, in quanto direttrice, non poteva assumersi una responsabilità del genere. Dopo più di dieci giorni di attesa e solleciti, la signora Natalia purtroppo è venuta a mancare, stroncata dalla malattia".

Poste Italiane "esprime cordoglio" per la morte della signora e sottolinea che "il sussidio può essere erogato esclusivamente agli aventi diritto senza la possibilità di delega".