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Attualità

Gli allevatori: "Chiediamo lo stato di emergenza o qualsiasi forma di aiuto"
1 minuto e 16 secondi di lettura
di Elisabetta Biancalani
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SAN COLOMBANO CERTENOLI - Quassù nei prati di Cichero, scenografia del Monte Ramaceto, in questa stagione i prati sarebbero pieni di fieno ancora da tagliare, alto e folto, ancora tinto di verde. Oggi, camminandoci in mezzo (anche se non si dovrebbe), “si vedono le scarpe” fa notare Alessio Casella, giovane allevatore ventottenne, con le mani nei capelli per la siccità. “I miei parenti mi raccontano che è dal 2003 che non si vedeva una stagione così asciutta. questo fieno da quando è nato non ha praticamente mai visto acqua perché anche quest’inverno è piovuto pochissimo“

“Questo fieno è scarso e di scarsa qualità -racconta Patrizia Federigi, anche lei allevatrice di 30 mucche - praticamente non si può neanche chiamare fieno, ma paglia cioè con pochissime sostanze nutrienti e questo fa sì che dobbiamo integrare l’alimentazione delle mucche con mangime E dobbiamo acquistare altro fieno da regioni come la Toscana o la Lombardia o l’Emilia, dove viene coltivato, non come da noi dove nasce spontaneo e dove comunque non potremmo coltivarlo perché il terreno sassoso”.

Alessio e Patrizia spiegano che se le mucche mangiassero solo questo fieno di scarsa qualità, produrrebbero molto meno latte, ma loro il latte lo devono vendere quindi non si possono permettere questa situazione.: “Contate che anche i carburanti costano di più, quindi il trasporto costa di più, calcoliamo un 50% di maggiorazione di costi per alimentare i nostri animali Chiediamo aiuti, lo stato di emergenza o di calamità naturale, altrimenti chi come noi cerca di presidiare la terra non ce la potrà più fare”.