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Attualità

Grido di dolore dei presidenti di Lombardia e Piemonte: situazione mai così grave, serve regia governativa
3 minuti e 37 secondi di lettura
di Stefano Rissetto

La Protezione Civile sta lavorando per definire cornice e parametri della dichiarazione governativa di stato di emergenza, invocato dalle Regioni in sede di conferenza allargata ai ministri Patuanelli (Agricoltura) e Cingolani (Transizione ecologica) e al capo del dipartimento Protezione Civile del ministero degli Interni Fabrizio Curcio.

Per le falde costiere di Toscana e Liguria "ci sono momenti di preoccupazione, perché non c'è stata la ricarica della falda, e quindi c'è anche un problema di cunei salini che stanno entrando". Lo ha affermato Massimo Lucchesi, segretario generale dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino settentrionale. In generale, ha detto Lucchesi, "stiamo monitorando la situazione: al momento il livello di allerta è medio, però è il penultimo stato, nel senso che a breve molto probabilmente si arriverà all'allerta più alta. Fortunatamente grazie agli invasi principali, Bilancino e Montedoglio, per quanto riguarda l'idropotabile, abbiamo un'assicurazione per alcune zone, perché lì siamo circa al 90% del carico utile, e dunque naturalmente le zone intorno a Firenze risentiranno meno di questo problema".

La situazione è quindi preoccupante. "Stiamo ragionando sui parametri tecnici - conferma Curcio, capo della Protezione Civile - per andare incontro alle richieste delle Regioni che hanno sollecitato lo stato di emergenza".

"Non c'è dubbio che c'è una criticità importante dovuta al fatto che non piove da settimane, I fiumi sono in grossa dismissione, il cuneo salino nel Po arriva addirittura a decine di chilometri. La situazione ha una sua complessità. Le tendenze non sono positive quindi per le prossime settimane: non ci attendiamo una inversione di tendenza dal punto di vista meteorologico. Ci attendono ancora - sostiene - periodi di siccità".

"Ricordiamoci che lo stato di emergenza - sottolinea Curcio - serve a fare delle cose. Si sta lavorando per definire quali sono le attività che seguono allo stato di emergenza che non è un'idea ma consiste in una serie di azioni che vanno fatte. Insieme alla dichiarazione vanno verificate le azioni, ci stiamo lavorando".

La situazione è di estrema gravità sulla dorsale appenninica centrale e soprattutto nella Valle del Po, strategica per il distretto dell'eccellenza agroalimentare italiana, con un comparto produttivo dal fatturato che si misura in miliardi di euro. "La situazione esposta da Curcio - conferma il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana - è di una eccezionalità che si sta ripetendo da qualche anno ma mai grave come quest'anno. Come Regione Lombardia già da due mesi abbiamo in essere una serie di interventi che cercano di mantenere il delicato equilibrio tra le esigenze idropotabili e le esigenze di irrigazione. Bisogna guardare avanti con interventi strutturali che sono necessari e improcrastinabili. Si dovrà intervenire magari con i fondi del Pnnr".

Alle parole del lombardo Fontana fanno eco quelle del presidente del Piemonte Alberto Cirio: "Noi siamo stati la prima Regione d'Italia ad avanzare la richiesta dello stato di emergenza e della calamità naturale, adesso tutte le Regioni del Nord hanno seguito questa istanza. E' necessario che ci sia una regia commissariale da parte del governo perché dobbiamo ottenere due cose: lo stanziamento di risorse per i danni all'agricoltura ed evitare che i danni aumentino, cioè, intervenire sui bacini idroelettrici sui nostri laghi per trovare soluzioni immediate".

"Servono risorse, serve anche una semplificazione normativa - sottolinea  il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga - per la creazione di nuove infrastrutture".

"C'è l'esigenza di creare le infrastrutture necessarie alla gestione coordinata e soprattutto continuativa sulla possibile carenza d'acqua", ha aggiunto Fedriga precisando "che serve una progettualità di lungo periodo con le risorse necessarie e un serio intervento normativo di semplificazione".

"Sullo stato di emergenza nazionale - aggiunge Fedriga - ci stiamo confrontando con la Protezione Civile, penso che su questo, assieme a Curcio arriveremo a una soluzione nella quale si individuino in modo puntuale i criteri per la dichiarazione dello stato di emergenza e soprattutto gli interventi che si possono fare. C'è totale sintonia tra conferenza regioni Protezione civile".

Secondo Fedriga ci sono "due fattori di intervento: la situazione emergenziale contingente, vale a dire che misure da mettere in atto e ci stiamo coordinando per capire quelle più utili, tra cui, per esempio anche la liberazione dell'acqua dei bacini che può essere fondamentale per affrontare sia il tema principale dell'acqua ad utilizzo civile che per quanto riguarda quello agricolo. Abbiamo necessità di interventi perché da qui ai prossimi anni ci aspettiamo di trovarci spesso e purtroppo in situazioni come queste".