FIRENZE - "Un presepe, che vuole essere 'alternativo', con tutto il rispetto per il lavoro da cui è scaturito, risulta stonato e siamo allibiti che non si potesse immaginare prima". Questa l'opinione di Egle Possetti, Presidente Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, sul presepe apparso in mostra al Rivoli Hotel di Firenze, che raffigura il ponte Morandi dopo il crollo.
Un'iniziativa nata per commemorare la tragedia e le vittime, ma nel modo sbagliato: "Noi possiamo immaginare, anche se con fatica, che le persone che non hanno vissuto la nostra esperienza terribile possano pensare che un presepe con i monconi del defunto Ponte Morandi possa diventare commemorativo", continua Possetti. "Vi assicuriamo che per le famiglie che portano nel cuore quelle maledette immagini, pensando che laggiù persero la vita i loro affetti, non emerga nulla di commemorativo, per noi il ricordo passa attraverso pensieri teneri, iniziative delicate, un sorriso, una carezza, il memoriale futuro, il lavoro degli inquirenti e della magistratura, attraverso la percezione che quelle morti possano risuonare nelle orecchie delle nostre istituzioni per spronarle a fare molto di più, per non permettere mai piu’ una tale vergogna".
In conclusione l'appello: "Ogni tanto non guasta lasciare in vita qualcosa di tradizionale perché il presepe ha un valore positivo, una nascita, una gioia che non vediamo nel crollo di un ponte per incuria, si può dare spazio alla fantasia in molti altri contesti. Della nostra tragedia si parla ormai troppo poco, restano i lamenti di chi invoca giustizia e di fronte a noi appaiono i presepi".
La mostra fa parte dell'iniziativa "Metti un presepe in vetrina", giunta alla quarta edizione. In esposizione ci sono trenta presepi dell'artista Claudio Ladurini, autore della controversa opera raffigurante il Morandi e di altre rappresentazioni originali, atte a far riflettere: tra le statuine troviamo medici, infermieri e malati di un reparto Covid; tra i presepi colpisce sicuramente, oltre a quello del ponte, quello che rappresenta Papa Francesco su Marte. Questa volta però l'opera ha colpito nel modo sbagliato come accadde già tre anni fa, a Genova Sturla, quando nella chiesa della Santissima Annunziata don Valentino Porcile rappresentò il crollo del ponte nel presepe. In quel caso il prete optò per la rimozione del presepe, dato che non voleva ferire i parenti delle vittime.