GENOVA - Sono 55 i giovani della Comunità di Sant'Egidio di Genova impegnati in questi giorni in Albania per aiutare i malati ospitati presso l'ospedale psichiatrico di Elbasan, il più grande dei Balcani che attualmente ospita 330 pazienti. Da diverse città d'Italia, più di 70 persone della Comunità trascorrono l'estate tra Tirana, Kavaje, Elbasan e in alcuni villaggi del nord del paese, con i malati dell'ospedale, gli anziani e i bambini ricoverati in alcuni istituti per rinnovare un'amicizia che dura da più di 30 anni e che è rimasta fedele anche nel tempo difficile della pandemia.
"È un progetto iniziato 30 anni fa, nel 1992, che non si è mai interrotto, neppure durante gli anni più duri della pandemia di Coronavirus" ha spiegato Sergio Casali della Comunità di Sant'Egidio di Genova. "Quello che ci sta a cuore - ha aggiunto -, è diffondere la cultura dei diritti e della legalità. Il nostro obiettivo è anche di diffondere la cultura delle case famiglia per cui Sant'Egidio svolge un'opera di formazione del personale e di scelta degli ospiti affidando poi la gestione dei pazienti e delle strutture al personale locale. In questi anni, infatti, abbiamo creato due case famiglia a Tirana e una a Kavaje in cui abbiamo ospitato quasi una trentina di donne e uomini precedentemente ricoverati nel manicomio di Elbasan".
I giovani genovesi hanno tutti un'età compresa tra i 18 e i 30 anni - spiega ancora Casali. Con loro ci sono altri 15 giovani provenienti da altre città italiane tra cui Roma, Novara, Napoli, Pavia e Livorno. "Sono tante le storie di liberazione, di riscatto e inclusione che abbiamo vissuto insieme" spiegano ancora i responsabili nazionali di Sant'Egidio. "Grazie anche al sostegno e alla collaborazione con il Ministero della Salute di Albania, queste case sono diventate un modello alternativo al ricovero dei malati negli ospedali psichiatrici, ancora presenti nel paese, e soprattutto rappresentano una speranza di vita nuova possibile per tanti altri che aspettano".