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Attualità

Nel crollo delle 11,36 del 14 agosto 2018 persero la vita 43 persone
4 minuti e 59 secondi di lettura
di Cantile-Oberti-Volpara-Isola-Popolano

GENOVA - "A forza di celebrare minuti di silenzio abbiamo messo insieme anni di vergogna" Egle Possetti presidente del Comitato ricordo vittime ponte Morandi con la voce rotta dall'emozione e citando una frase riferita alla strage di Bologna ha chiuso, con il suo intervento, la cerimonia di commemorazione delle 43 vittime di ponte Morandi. Il passaggio di Autostrade a Cassa depositi e prestiti è al centro del discorso di chi rappresenta il pensiero dei familiari delle vittime. Un passaggio, quello delle concessioni, pagato a peso d'oro dallo Stato. 

Erano le 11,36 del 14 agosto del 2018 quando all'improvviso i tiranti del pilone numero numero 9 si spezzano, la pila si accartoccia, la strada viene inghiottita nel vuoto portando con sé 43 vite, spezzate per sempre. Quattro anni dopo la tragedia di ponte Morandi i familiari delle vittime aspettano giustizia e Genova si stringe a loro nel ricordo della tragedia. Primocanale in diretta ha seguito le celebrazioni per ricordare le vittime e stare ancora una volta vicino ai familiari che da quattro anni chiedono e aspettano giustizia. 

Il minuto di silenzio, le sirene delle navi in porto e il suono delle campane nello stesso momento in cui quattro anni fa crollava parte del viadotto. Nelle parole dei parenti delle vittime amarezza e rabbia per la concessione e l'attesa per la giustizia per i propri cari e per evitare che fatti come quello del Morandi si verifichino di nuovo in futuro e non lasciar che il tempo cancelli la memoria (Clicca qui)

I nomi e le storie delle 43 vittime di ponte Morandi, per non dimenticare

Una giornata intensa vissuta nel ricordo di quel 14 agosto del 2018, forse meno partecipata rispetto agli altri anni. Ma è proprio su questo punto che serve mantenere  forte il ricordo. "Lo Stato deve fare tutto il possibile perché tragedie simili non avvengano mai più". Lo dice il presidente del Consiglio Mario Draghi in un messaggio inviato al sindaco Marco Bucci in occasione del quarto anniversario del crollo di Ponte Morandi. "Dobbiamo garantire la sicurezza delle nostre infrastrutture, tutelare la vita dei cittadini. Ne va della credibilità dell'Italia e delle istituzioni".

Il sindaco di Genova Bucci ha ribadito che "Genova non dimentica, non vuole dimenticare. Questo tragico evento deve essere un monito affinché non succeda mai più. Il 14 agosto sarà per sempre una data scolpita nella pietra e (Genova ndr) non se la dimenticherà mai più. Abbiamo lavorato tanto e lo faremo ancora. Costruiremo il memoriale, lo promettiamo" ammettendo qualche intoppo nel percorso. 

Anche il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti ha ricordato l'importanza della memoria: "Tra molti anni, quando non potremmo essere più qui, nessuno si dimenticherà quella giornata, la porteremo fino all'ultimo giorno della nostra vita. Oggi è il girono della rabbia. Non dobbiamo mai dimenticare che quelle vittime non sarebbero mai dovute essere vittime. In uno stato civile non deve crollare un ponte. Il tempo non asciuga quelle lacrime ma dà anche prospettiva a tutto quello che ha seguito il crollo del ponte. La prima cosa da fare è avere la verità, verità non è rabbia o vendetta ma giustizia. Spero dia conforto il fatto che tante persone si sono spese in questi anni per far si che quel ponte non fosse crollato invano".

Il ministro alle infrastrutture e mobilità sostenibili Enrico Giovannini ha spiegato nel suo discorso l'importanza di arrivare a una giustizia: "Il tempo non ha attenuato il dolore così come non ha scalfito il sentimento di tristezza e vicinanza del Paese nei confronti dei familiari. Il nuovo ponte non cancella questa ferita indelebile. Una ferita dovuta anche a fattori umani. Il processo va concluso in tempi rapidi e vanno individuate le responsabilità a tutti i livelli. Auspico che le fasi del processo si possano svolgere senza interruzioni e ritardi. La scelta del governo e del ministero di costituirsi parte civile rende evidente la volontà delle istituzioni di fare piena luce sui fatti".

Marco Tasca, arcivescovo di Genova nel suo discorso ha rimarcato la necessità di mantenere forte e viva la memoria: "Il tempo che passa non può circoscrivere la tragedia a una pagina del libro di storia. Il tempo che passa non potrà far dimenticare il dolore delle famiglie e i danni economici causati. Il tempo che passa ci spinge alla necessità di fare memoria. La memoria può farsi azione e lasciare speranza per il futuro. Lavoro, solidarietà e giustizia sono più forti della morte, della precarietà e dell'egoismo". A seguire le parole dell'imam Salah Hussein: "Oggi ricordiamo un vento molto triste. Il profeta disse che la casa è molto cara a Dio ma la vita di un uomo è molto più cara. Siamo vicino ai familiari" a cui è seguito un discorso sul pentimento.

Una prima cerimonia già sabato sera alla Radura della Memoria con il concerto dell’Accademia del Chiostro: l’ensemble di archi e soprano Stefania Pietropaolo hanno eseguito i brani tratti dal repertorio vocale e strumentale classico, prevalentemente sacro, per commemorare le vittime. A seguire, il GAST-Gruppo Arquatese Astrofili ha posizionato i propri telescopi per l'osservazione di Saturno, della luna e del pianeta Giove. Proiettate le immagini sui piloni del nuovo ponte (Clicca qui)

Alle 8,30 nella Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo della Certosa la messa officiata dall’arcivescovo di Genova monsignor Marco Tasca: "Il fuoco non deve spegnersi" ha detto nella sua omelia (Clicca qui)

Alle 10,20, alla Radura della Memoria l’arrivo dei partecipanti alla camminata in ricordo delle vittime organizzata dall'Associazione "Noi per Voi Valle Stura Masone" con i sindaci della vallata con 43 bambini, uno per ogni vittima che hanno portato un pensiero ai parenti di chi quel giorno di quattro anni fa ha perso un caro. Alle 10,30, alla Radura della Memoria la cerimonia in ricordo delle vittime del crollo del ponte Morandi. Verrà deposta la corona della presidenza del consiglio dei ministri da parte del ministro alle Infrastrutture e mobilità sostenibili Enrico Giovannini che ha deposto i fiori e rispettato il minuto di silenzio. A fine cerimonia il lancio delle rose bianche sul letto del Polcevera.