GENOVA - Anche il mondo religioso si è stretto attorno ai familiari delle 43 vittime del crollo di ponte Morandi avvenuto quattro anni fa.
Marco Tasca, arcivescovo di Genova nel suo discorso ha rimarcato la necessità di mantenere forte e viva la memoria: "Il tempo che passa non può circoscrivere la tragedia a una pagina del libro di storia. Il tempo che passa non potrà far dimenticare il dolore delle famiglie e i danni economici causati. Il tempo che passa ci spinge alla necessità di fare memoria. La memoria può farsi azione e lasciare speranza per il futuro. Lavoro, solidarietà e giustizia sono più forti della morte, della precarietà e dell'egoismo".
A seguire le parole dell'imam Salah Hussein: "Oggi ricordiamo un vento molto triste. Il profeta disse che la casa è molto cara a Dio ma la vita di un uomo è molto più cara. Siamo vicino ai familiari" a cui è seguito un discorso sul pentimento.