Una pluriclasse che accoglieva bambine e bambini di tutte le elementari, dalla prima alla quinta, tra italiani e stranieri: era questa la piccola ma grande aula multietnica della scuola primaria di Pietrabruna, in provincia di Imperia, nelle valli a dieci chilometri dal mare di San Lorenzo. Ma dall'anno scolastico 2022/23 non esisterà più: lo ha deciso il ministero, attraverso l'ufficio scolastico regionale. Il motivo? Iscritti ci sono solo sette studenti e tra questi la percentuale di stranieri è troppo alta.
A giugno l'ultima campanella aveva salutato ragazzi e ragazze: degli otto studenti presenti, due sono andati fuori regione, altri due hanno finito il ciclo e tra qualche giorno inizieranno le medie, che a Pietrabruna non ci sono.
Sono rimasti in quattro, a cui si aggiungono tre nuovi innesti, e tra questi solo uno è italiano. Gli ultimi tre arrivati sono profughi arrivati lo scorso anno dall'Ucraina in fuga dalla guerra. Sono figli di due famiglie diverse, la prima ha tre bambini di cui due sono in età da scuola primaria, la seconda ha un figlio che frequenterà l'elementare.
A raccontarlo a Primocanale è il primo cittadino di Pietrabruna, Massimo Rosso: "Ho subito scritto al provveditore, dicendo che erano arrivati i bambini dall'Ucraina e se poteva valutare la questione di attivare comunque la classe. Ma poi la dirigente mi ha detto che non era fattibile".
Le motivazioni non riguardano solo il numero esiguo, ma anche il bisogno educativo e di socialità, nonché di inclusione che in una classe del genere verrebbe a mancare: "Mi è stato detto che avremmo creato classi ghetto solo con stranieri e che i bambini devono stare insieme agli altri bambini. Ma queste classi hanno i rientri, e noi non sappiamo se le famiglie hanno i soldi per pagare la mensa. Si porteranno un panino? Forse a questo non pensano...", si preoccupa il primo cittadino.
Proprio i costi sono uno degli elementi critici di questa decisione: "I bambini andranno a scuola a San Lorenzo, dieci km da qui. Trasportarli per noi ha un costo, in un paese come il nostro di 400 anime dovremo grattare nel bilancio per trovare i soldi per garantire lo scuolabus". E' preoccupato il sindaco Rosso e si è già attivato con Riviera Trasporti per organizzare orari e prenotare il trasporto scolastico.
Ma è altrettanto abituato a una comunità straniera ormai ben radicata nel territorio: a Pietrabruna, su un totale di circa 450 residenti, il 10-15 per cento sono stranieri. Soprattutto marocchini, una bella comunità presente e completamente inserita in paese, e negli ultimi mesi sono arrivate alcune famiglie dall'Ucraina.
Tra i domiciliati nel paese, "una ventina sono bambini e bambine che vanno a scuola, dall'asilo alle medie. Alcuni vanno già autonomamente a Cipressa o a San Lorenzo. Mi chiede se nascono bambini? Sì, ne nascono ancora. Ma sono soprattutto i figli delle famiglie marocchine".
Sul recuperare la sua classe, il primo cittadino ci spera fino all'ultimo: "Risentiamoci lunedì, magari le cose saranno cambiate", è il suo saluto a fine telefonata.