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Attualità

Liguria in ginocchio: esercenti, commercianti, imprese, cittadini. Nel 2023 anche 75 per cento in più in bolletta
1 minuto e 56 secondi di lettura
di Eva Perasso

Cresce la preoccupazione per il caro bollette in tutta la Liguria. Famiglie e imprese strozzate dai prezzi dell’elettricità e del gas, fanno i conti con le bollette pronte a rincari fino al 200 per cento rispetto al 2021. E' il cosiddetto raddoppio di ottobre, poiché a fine settembre ci sarà l'ultimo aggiornamento tariffario del 2022. 

Un totale nazionale, quello dei rincari, pari a 82,6 miliardi di euro che nei conti delle famiglie significa arrivare a spendere per luce e gas oltre 3.200 euro. E nel 2023 la spesa potrebbe aumentare di oltre il 75% anche se la spirale di aumenti per i prossimi mesi è difficilmente prevedibile.

 

Le motivazioni sono chiare: l’aggravarsi della crisi energetica, iniziata molto prima della guerra, ma ora amplificata dal prolungarsi del conflitto tra Russia e Ucraina e dalla strategia sul gas messa in campo da Putin attraverso il colosso statale Gazprom. Anche Goldman Sachs – multinazionale americana di banche di investimento – ha stimato aumenti record con l’accessibilità energetica in Europa che raggiungerà il “punto critico” a inizio 2023.

Oltre alle famiglie, sono colpite le imprese di ogni grandezza, gli esercenti, gli artigiani, tutti i tasselli della catena produttiva della nostra regione. Con un occhio ancor più preoccupato puntato sulle aziende dell'entroterra e su chi già vive una situazione di criticità. Per le infrastrutture mancanti in Liguria, per il dissesto idrogeologico, per la posizione delle proprie attività.

Preoccupa la situazione dei più deboli. Le famiglie meno abbienti che già faticavano ad arrivare a fine mese e ancora il terzo settore e le organizzazioni che ogni giorno si prendono cura di chi versa in condizioni di marginalità. I nuovi poveri, sempre più poveri.

Governo ed Europa intanto sono al lavoro per alleggerire l’impatto delle bollette. Le prime linee d’intervento sono state delineate dai ministri europei: coordinamento per una riduzione intelligente dei consumi elettrici, un tetto per il prezzo del gas sono i punti salienti. In Italia il nuovo Piano nazionale ha già delineato le prime misure: abbassamento di un grado del riscaldamento (domestico e pubblico) che non dovrà superare i 19 gradi, spegnimento delle caldaie pubbliche un'ora prima rispetto alle normali disposizioni.

Il ricordo dell'austerity del 1973 dovuta alla grave crisi petrolifera si fa vivo: quasi 50 anni fa l'Italia per un anno visse un vero lockdown energetico, tra luci spente, chiusura anticipata di negozi e locali, auto a casa la domenica.

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