L’industria e le costruzioni tengono a galla l’economia savonese durante la pandemia. A confermarlo sono i numeri, dall’analisi dei dati economici dell’ultimo decennio, che evidenzia il fattore trainante del comparto industriale sul territorio della provincia di Savona, nonostante il perdurare della crisi Covid. La rilevazione è emersa nel corso della conferenza stampa Unione Industriali di Savona di fine anno, alla presenza del presidente Angelo Berlangieri e del direttore Alessandro Berta.
Il 2020, nonostante le molte difficoltà legate alla crisi, alle conseguenze della pandemia e alle chiusure dei primi mesi, si rivela l’anno (dopo il 2019) con la seconda miglior performance dell’ultimo decennio. Nel 2020 il numero complessivo degli addetti - dipendenti e indipendenti - impiegati dal settore, tenuto conto delle conseguenze della pandemia e le chiusure di inizio anno, è stato di circa 16mila (dei quali 1000 indipendenti, 15mila dipendenti) che sale a 24mila con le costruzioni: rispetto al 2019, un totale di circa 2mila addetti in meno nell'industria (1000 negli indipendenti, 1000 nei dipendenti) in parte compensati dall’aumento dell'edilizia, confermando tuttavia i numeri del 2018 dove, peraltro, gli indipendenti erano 2000 e i dipendenti 14mila. Numeri importanti se confrontati con le statistiche degli ultimi 10 anni: nel 2012 l’industria savonese contava 10mila addetti, di cui 2mila indipendenti.
"Dall’analisi dei dati emerge in maniera evidente che l’industria ha trainato l’occupazione, rivelandosi altresì il settore che, anche in un periodo di crisi, ha sostenuto la provincia. Emerge inoltre l’enorme lavoro fatto insieme al Sindacato sull’area di crisi sta, anche se purtroppo con lentezza, dando i risultati che ci aspettavamo", commenta il direttore dell'Unione Industriali di Savona Alessandro Berta. "Le previsioni 2021 promettono un rimbalzo per l'industria e un aumento ulteriore per le costruzioni, ma i dati non sono ancora stabilizzati e questo non consente di dare certezze sui numeri totali dell’occupazione. Di certo, una buona parte dei lavoratori usciti dal settore per il mancato rinnovo dei contratti a termine viene riassorbito - seppure a rilento per perdurare della pandemia, rincari energia e corsa dei costi delle materie prime - grazie agli ordinativi che sono tornati a crescere, anche se non in tutti i settori".
"Nello specifico, l’andamento dell’industria, unitamente a quello dell’edilizia, evidenzia come i comparti siano gli unici in cui anche gli indipendenti, in particolare le ditte artigiane, abbiano retto l’impatto della pandemia, mentre negli altri settori il numero di indipendenti è crollato vertiginosamente", commenta ancora. Nei servizi alberghieri, di ristorazione e bar, commercio, la diminuzione è particolarmente marcata: nel 2012 erano 15mila addetti dipendenti e 15mila addetti indipendenti, per arrivare nel 2020 a 13mila dipendenti e 12mila indipendenti, cifre che impallidiscono se paragonate al 2016-2017, migliori anni per i settori, in cui gli addetti complessivi erano 33mila. “Da una parte la crisi e il nuovo modello di mercato dei servizi d’acquisto, dall’altra il perdurare della pandemia e delle chiusure, unite al minor potere di spesa, hanno rappresentato i fattori penalizzanti, dando una forte spallata ai servizi".
Il nuovo presidente dell’Unione Industriali di Savona, Angelo Berlangieri, rivolge lo sguardo al prossimo futuro: "L'aspettativa per il 2022 è che il concretizzarsi delle riforme e degli investimenti connessi al Pnrr, al netto delle minacce rappresentate dall'andamento della pandemia - le incertezze sulla capacità di contenere la trasmissione del virus e i rischi conseguenti all’emergere di nuove varianti - e dalla spinta inflazionistica collegata alla crisi delle materie prime e al caro energia, possano segnare il passaggio dall’attuale fase di rimbalzo della ripresa produttiva a una fase di crescita strutturale e duratura”, dichiara. Priorità assoluta, per il settore, puntare sulle infrastrutture: “Per la nostra provincia l'obiettivo principale sarà avviare e portare a compimento l'abbattimento dell’annoso e ormai inaccettabile gap infrastrutturale che minaccia la possibilità di cogliere le opportunità di crescita e sviluppo e la ‘vita’ stessa delle nostre imprese. L’elenco è purtroppo lungo: opere di ultimo miglio per la portualità, primo lotto Aurelia Bis, nuovo casello di Vado Ligure, raddoppio della ferrovia del ponente, nuovo raccordo autostradale Carcare/Predosa, superamento del digital divide", sottolinea ancora.
"Il ruolo dell'Unione Industriali di Savona sarà di interlocutore attento e propositivo nei confronti di tutte le istituzioni. Saremo in prima linea su diversi fronti, dall’avvio della cabina di regia per la Carcare/Predosa all’input per accelerare gli iter autorizzativi delle infrastrutture già pianificate, passando per il rifinanziamento dell'area di crisi complessa industriale. Con le istituzioni sarà fondamentale avviare altresì un inteso lavoro finalizzato all'adozione di un testo unico regionale per la semplificazione burocratica e di un'agenda per le politiche industriali nel savonese, senza dimenticare l'azione imprescindibile sull'orientamento scolastico e la formazione. L’industria, numeri alla mano, ha un ruolo essenziale per la ripresa del territorio, ma è fondamentale che tutti, a cominciare dalla politica, facciano la propria parte. Occorre chiudere positivamente nel 2022 le due principali partite che restano in bilico, in particolare Funivie e Sanac. Sulle altre situazioni aperte davanti al Mise siamo confidenti: Bombardier ha una nuova proprietà impegnata a valorizzare il sito di Vado Ligure e, grazie al lavoro fatto insieme alla politica, al sindacato e al Commissario, Piaggio Aero ha carichi di lavoro in grado di garantire interesse per l’acquisto anche nella nuova procedura di acquisizione. Noi, di certo, ci siamo", conclude Berlangieri.