GENOVA - È salpata da Genova la 'life support' di Emergency, la nave dedicata a Gino Strada che salverà migranti nel canale di Sicilia.
A poco più di un anno dalla scomparsa di Strada la nave è pronta per la sua prima missione di search and rescue nelle acque del Mediterraneo Centrale. lunga 51,3 metri e larga 12, può accogliere fino a 175 naufraghi, oltre al personale di bordo composto da 28 persone. Tra queste, nove sono i marittimi e 19 sono i membri dello staff di Emergency, tra i quali due infermieri, un medico e due mediatori culturali con esperienza nei progetti in Paesi come Italia, Libia, Yemen e Afghanistan. Sulle murate rosse della nave sono dipinte, su una fascia bianca, le parole del fondatore di Emergency Gino Strada: "I diritti sono di tutti altrimenti chiamateli privilegi".
Emergency apre a tutti Live Support, nave dedicata a Strada per salvare migranti - LA NOTIZIA
Come si legge sul sito di Emergency, l'associazione umanitaria chiede di "prevedere canali di accesso legali e sicuri per le persone che devono lasciare i loro Paesi, perché non siano costrette a mettere a rischio la propria vita per arrivare in Europa. Fino a quando l'Italia e l'Europa non daranno una risposta, Emergency continuerà a stare con chi salva, accoglie e non si gira dall'altra parte".
Sulla pagina di Emergency si legge ancora: "Il Mar Mediterraneo centrale è da anni la rotta migratoria più pericolosa del mondo: sono oltre 23.800 i migranti morti o dispersi dal 2014, secondo l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM). 1.200 solo quest'anno. Dopo aver collaborato al lavoro di altre organizzazioni con i nostri medici, infermieri, mediatori, psicologi, abbiamo acquistato una nostra nave, la Life Support di Emergency, che effettua missioni di ricerca e soccorso (SAR, Search and Rescue) nel Mediterraneo centrale".
Dopo i lavori nel porto di Genova, a ottobre la nave era stata aperta ai cittadini. "Per anni lo staff di Emergency ha prestato servizio sulle navi umanitarie di altre ong, contribuendo a salvare migliaia di esseri umani - ha detto la presidente dell'associazione Rossella Miccio -. Oggi, dopo mesi di lavoro, andiamo in mare con una nostra nave, la Life Support, per ribadire il nostro impegno per il diritto alla vita per tutti". "La Life Support interviene in un luogo considerato come la frontiera più pericolosa per i migranti, sia per numero di morti sia di persone disperse - sottolinea il direttore del Field Operations Department di Emergency, Pietro Parrino -. È il nostro modo di continuare a fare la nostra parte, ricordando che il soccorso in mare è un obbligo previsto dal diritto del mare ma anche un obbligo morale".