GENOVA - Una manifestazione per dire no alla caccia, in tutte le sue forme. In piazza De Ferrari a Genova sono scesi in piazza gli animalisti. Nel mirino l'ultima legge che permette l'abbattimento dei cinghiali messa a punto dal governo Meloni.
Oltre una cinquantina i partecipanti alla manifestazione con cartelli contro la caccia. "La caccia non è uno sport, è un crimine", "problema cinghiali? Meno allarmismo, più recinzioni e sterilizzazioni" e ancora "no caccia selvaggia nei parchi e in città", "agenti regionali e cacciatori, cecchini in tempo di pace". Molte le persone a passeggio in questo sabato di metà gennaio che si sono fermate ad ascoltare i manifestanti, alcuni con il proprio cane al seguito.
"Si tratta di un'ingiustizia - spiega Bruno del Movimento etico tutela animali e ambiente (Meta) -. Questo pianeta è nostro ma anche di tutti gli altri popoli animali. Noi siamo ambasciatori dei popoli che non sanno parlare la nostra lingua, difendiamo gli interessi di tutti i popoli: il popolo cinghiale, il popolo uccello, ecc. Questi popoli che noi ammazziamo in continuazione. questo è ingiusta. Se in autostrada siamo riusciti a recintare migliaia di chilometri non si può pensare di recintare i campi? Non si può perché altrimenti si sarebbero assecondati gli animalisti e sarebbero molto infelici gli industriali che producono le armi".
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L’Ispra rivela anche dove siano avvenute davvero le attività di controllo faunistico: Il 38% all’interno delle aree protette nazionali e regionali, la restante parte (circa 184.000 animali) in territorio non protetto. La tecnica più utilizzata per il controllo è stata il tiro selettivo (52%), seguita da cattura (31%), braccata (11%) e girata – tecnica condotta con l’uso di un unico cane che segnala la traccia dei cinghiali – (6%)".
Nel periodo 2015-2021 la stima complessiva dei danni all’agricoltura è risultata di poco inferiore a 120 milioni di euro di danni per un totale di oltre 105.000 eventi di danno. In sintesi è stato rilevato un generalizzato aumento degli indicatori (prelievi in caccia, prelievi in controllo danni) attualmente disponibili per monitorare l’andamento della gestione della specie. Questo costante aumento del fenomeno su scala nazionale richiede l’adozione urgente di una strategia di intervento nazionale disegnata sulla base delle più aggiornate conoscenze scientifiche, che integri interventi di prevenzione dei danni e di contenimento delle popolazioni, e che assicuri prelievi selettivi e pianificati coerentemente con l’obiettivo prioritario di riduzione dei danni".