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Attualità

Da disagio per la cittadinanza a danno per le imprese del turismo. L'ingorgo passaporti ha fatto saltare fino ad oggi circa 80mila viaggi organizzati in Italia
2 minuti e 33 secondi di lettura
di Tiziana Oberti - Aurora Bottino
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GENOVA - Una coda chilometrica iniziata alle 5 del mattino, ore in piedi al freddo e solo 50 posti, il tutto per l'opportunità di rinnovare il passaporto in un momento storico che vede le questure sommerse di richieste a causa di un mix letale formato da arretrato dal covid, voglia di viaggiare e Brexit. Ma se delle duecento persone in coda durante l'open day dell'ufficio di corso Aurelio Saffi (LEGGI QUI), 150 non sono riuscite a svolgere le pratiche necessarie in tempo per la partenza: così, sarà costretto a cambiare meta o peggio ancora, disdire.

Un problema che fa arrabbiare i viaggiatori ma colpisce ancora una volta il settore delle agenzie di viaggio, già pesantemente penalizzato dalla pandemia che ora rischiano di vedere dimezzate le prenotazioni sia per le vacanze pasquali, sia per quelle della prossima estate. A fare il quadro della situazione ai microfoni di Primocanale è Andrea Dameri, direttore regionale di Confesercenti.

"Purtroppo, oltre al danno ai cittadini ci sono anche danni diretti alle attività economiche, in particolare per le agenzie di viaggio - spiega Dameri -. Questa situazione vede migliaia di viaggi cancellati e questo vuol dire perdite di introiti per un settore già penalizzato e che ancora oggi non ha visto la completa ripresa dei flussi turistici. Come Confesercenti abbiamo somministrato un questionario alle agenzie di viaggio italiane e i numeri che emergono sono impressionanti".

Quasi nessuna delle agenzie si è salvata: il 96,5% segnala problemi, e ha visto lievitare da poco più di due settimane a oltre cinque il tempo necessario per riuscire a fissare un appuntamento al fine del rilascio del passaporto nella propria provincia. Un caos che ha portato a disdette e mancate prenotazioni o rinvii a data da destinarsi da parte dei viaggiatori: il 39,7% delle imprese riporta di aver visto sfumare fino a 10 viaggi individuali o di gruppo, il 46,1% tra 10 e 30; ma c'è anche un 10,6%, che segnala di averne persi oltre 30. Complessivamente, ne sono saltati in media 7 per agenzia, per circa 13mila euro di vendite non effettuate.

"Sono almeno 80mila i viaggi persi a livello nazionale e circa 150 milioni di euro in fatturato. In Liguria ci sono 300 aziende e quindi si parla di quasi 4 milioni di mancato fatturato e oltre duemila viaggi disdetti".

Quello che ora la categoria chiede è una soluzione da parte del ministero degli Interni, "e servono al più presto. Potrebbero introdurre la possibilità di gestire l'invio della documentazione in modo digitale, oppure migliorare il servizio di prenotazione online per renderlo meno 'bizantino' di come è oggi. Questa situazione va sbloccata perchè sta diventando insostenibile".

"Le cause principali di questa situazione sono da ricercare nel Covid e nella Brexit – spiega Emilio Cordeglio, presidente Assoviaggi Liguria -: la pandemia ha fatto sì che si accumulassero le pratiche di rinnovo dei passaporti scaduti negli ultimi due anni, e che molti avevano aspettato di rinnovare nell’attesa che, appunto, fosse possibile tornare a viaggiare; e a congestionare ulteriormente il lavoro delle questure si è aggiunto il boom di richieste di quanti, con l’uscita del paese dall’Unione europea, non hanno più potuto recarsi nel Regno Unito semplicemente con la loro carta di identità".

 

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