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Attualità

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di Riccardo Olivieri
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GENOVA - Dopo l'interruzione dovuta alla pandemia riprende il carnevale genovese, con tanti eventi all'insegna della tradizione che si svolgeranno dal 13 al 26 febbraio. "Siamo molto contenti perché si torna a festeggiare il carnevale nella nostra città dopo tanti anni - afferma Paola Bordilli, assessore alle Tradizioni del Comune di Genova -. Stiamo lavorando proprio per l'offerta, quell'offerta che mira come cosa principale sulle nostre tradizioni, quindi sulla scoperta, la riscoperta delle nostre maschere genovesi, che hanno tanto da raccontare sugli usi della nostra città".

Sabato 18 febbraio i festeggiamenti saranno in via Garibaldi, con figuranti in costume che animeranno il pubblico. Per l'occasione dalle 14 alle 17 si potranno visitare gratuitamente i musei della via. Domenica 26 febbraio la festa si sposta in piazza Caricamento con l'antica usanza delle "Navi dei Folli" e la pentolaccia. Da lunedì 13 febbraio a venerdì 24 le maschere tradizionali del carnevale genovese faranno visita ai bambini delle scuole elementari per riprendere "la tradizione delle bellissime maschere genovesi e liguri anche per dare un approccio alla tradizione alle nuove generazioni" afferma la consigliera comunale con delega ai Grandi Eventi Federica Cavalleri.

I bambini potranno quindi conoscere i personaggi che a partire dal sedicesimo secolo hanno popolato il carnevale genovese: O Marcheise, A Marcheisa, Pacciugo, O Paisan, Pacciuga, A Paisann-a, O Villan, O Scio Reginn-a e Capitan Spaventa. Questi personaggi rappresentano le caricature delle figure dell'epoca, in particolare dei nobili perché "il carnevale era l'unico momento in cui si poteva fare" racconta Raffaella Beghi del gruppo storico Sextum che oggi ha interpretato A Marcheisa, "era un vero e proprio dileggio della figura del nobile". Una delle figure più particolari è quella di Capitan Spaventa: "Nasce dalla commedia dell'arte con Francesco Andreini che portò questo personaggio con la compagnia dei Comici Gelosi in tutta Europa e poi venne adottato da Genova - racconta Marco Raffa, responsabile delle Grazie d'Amore, gruppo danza storica che si occupa di recuperi -. C'è il problema del capitano spagnolo: immaginate quanto potessero essere contenti i genovesi di trovare questi soldati di ventura - scherza Raffa -, questo era un modo per esorcizzarlo".

 

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