GENOVA - 366 giorni fa iniziavano i bombardamenti dell’esercito russo sul popolo ucraino, in una guerra che invece che consumarsi esplodeva, ora dopo ora, provocando vittime e conflitti sempre più armati. Un anno dopo la guerra prosegue ma prosegue anche la solidarietà di Genova e dei genovesi, che hanno dimostrato quotidianamente la loro vicinanza al popolo ucraino.
"Ho vissuto la solitudine, ho vissuto un dramma proprio personale e l'incapacità di fare qualcosa per il popolo, che è in pericolo - ha ricordato padre Vitaliy Tarasenko, cappellano della comunità ucraina a Genova -. Ringraziando voi e tutto il popolo genovese ho provato anche un'altra sensazione, quando mi sono sentito accolto, abbracciato e ho visto la grande solidarietà di tutti. Questa guerra ha portato tanto male ma nello stesso momento noi abbiamo risposto con il nostro bene, il nostro amore, la nostra vicinanza a chi soffre e a chi continua ancora a soffrire".
È difficile, oggi, fare previsioni sia sulla durata della guerra e sull’avvicinamento a un vero tavolo di pace, quello che però il popolo ucraino chiede è che telecamere e microfoni non si spengano, ma si continui a raccontare quanto sta accadendo, come Primocanale ha deciso di fare dal primo giorno. "Quello che noi chiedevamo era di non essere soli davanti all'aggressore, infatti si sente la vicinanza di tutto il mondo, io lo sento quotidianamente che gli ucraini non sono soli e che questa guerra così terribile la si affronta insieme, camminando tutti verso la pace. Perché sì, la fine di tutto deve essere la pace".