Continuano costantemente a salire i numeri delle donne che si rivolgono ai centri anti violenza. Se da un lato il fatto che chiedano aiuto significa che il sistema a rete tra ospedali, forze dell'ordine e centri a supporto funziona, dall'altro i numeri continuano a essere molto alti: solo a Genova, al centro antiviolenza Mascherona, da inizio anno già 100 donne hanno chiesto aiuto. E le cinque case rifugio liguri gestite dal centro sono tutte piene.
Lo ha spiegato a Primocanale Manuela Caccioni, responsabile centro antiviolenza Mascherona di Genova: "Nel 2022 le donne sono state 2022, mentre nel 2023 già circa 100 donne hanno contattato il nostro centro anti violenza. Ma il dato allarmante che fa riflettere è il tutto pieno nelle nostre case rifugio. Noi ne gestiamo cinque in Liguria e sono tutte piene".
Funziona bene la rete con specialisti, forze dell'ordine, ospedali, istituzioni: "Ogni giorno veniamo contattate dalle forze dell'ordine per inserire nuove donne e c'è una macchina che funziona bene, anche col comune che tutela le donne riusciamo a iniziare comunque questo percorso prima verso un alloggio di emergenza e poi a collaborare con tutta la rete antiviolenza nazionale", spiega la responsabile.
Le donne si fidano e si rivolgono soprattutto agli ospedali, spiega Caccioni: "Emerge che le donne si fidano di più del sistema, vanno di più al pronto soccorso, ma purtroppo le diagnosi che vengono fatte sono sempre con tanti giorni di prognosi. Ci sono donne che arrivano con costole rotte, ecchimosi molto evidenti".
Per quanto riguarda i femminicidi, è nato invece un nuovo progetto che si chiama "Orfani speciali" per tutelare i bambini e le bambine che perdono la mamma a causa di un femminicidio a cui aderisce, per il territorio ligure, anche il centro Mascherona.
E qualcosa sta cambiando anche sul fronte dello stalking, cambiando in bene, come spiega Manuela Caccioni: "Finalmente accedono al centro molte giovani, di 19-21 anni, ragazzine che iniziano a individuare segnali forti nella relazione. Quando la relazione finisce il meccanismo che si instaura è una ossessività da parte dell'ex fidanzato che inizia a fare stalking sull'ex fidanzata. Per questo facciamo un lavoro di prevenzione andando nelle università, alle superiori, ma anche alle materne ed elementari dove mandiamo messaggi e segnali importanti".
Quali sono i segnali da non sottovalutare? "Non è normale la possessività, la non libertà. Insegniamo ai bambini e alle bambine la libertà di poter fare a prescindere dall'essere fidanzati. Se la fidanzata va a ballare o si veste con un abito più attillato, il fidanzato non deve obbligarla a cambiare vestito o a non uscire. Sembra incredibile ma queste storie ci vengono raccontate ancora dalle ragazzine. Anche il puntare il dito sulla donna che va a ballare come se fosse una poco di buono, anche se è una ragazzina senza fidanzato. Segnali che possono trasformarsi in una relazione violenta".