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Attualità

Mons. Tasca: "L'augurio che faccio alla comunità è di accendere sempre luce, la speranza anche se qualcuno oggi vuole la morte della speranza"
4 minuti e 23 secondi di lettura
di Tiziana Oberti

GENOVA - È festa nella basilica della ss. Annunziata del Vastato per il “popolo” della Comunità di Sant’Egidio che ricorda i suoi 55 anni con una celebrazione presieduta dall’arcivescovo di Genova Marco Tasca. Il tutto ripreso dalle telecamere di Primocanale, in diretta per portare la cerimonia nelle case dei liguri.

All'inizio della celebrazione c'è stata la nomina a parroco dell'Annunziata di don Maurizio Scala della comunità di Sant'Egidio.

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La basilica gremita di gente di ogni età e condizione sociale insieme alle autorità regionali e cittadine e agli amici della Comunità, che negli ultimi mesi hanno vissuto crescenti sofferenze, prima per la pandemia poi per le conseguenze, anche economiche, legate alla guerra in Ucraina. Proprio la memoria di quella, come di tante altre guerre in corso nel mondo, non è dimenticata nel corso di questo anniversario, segnato dolorosamente anche dal recente terremoto che ha colpito la Siria e la Turchia e dal drammatico naufragio sulle coste della Calabria. All’insegna della solidarietà, della preghiera e dell’impegno per la pace.

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Nel “popolo” presente alla liturgia tanti i senza fissa dimora, gli anziani, le persone con disabilità, gli immigrati oggi integrati nel nostro paese e i rifugiati venuti con i corridoi umanitari. Ma anche i profughi ucraini. Un popolo che ha fatto della gratuità dell’impegno per i più vulnerabili una costante della sua storia e che si interroga con responsabilità sulle nuove domande che salgono da un mondo lacerato dalla crisi economica, da tante guerre e dalla questione ambientale.

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Dal 1968, quando è nata, all'indomani del Concilio Vaticano II, come un piccolo gruppo a Trastevere, la Comunità di Sant'Egidio è diventata oggi una rete presente in oltre 70 paesi del mondo, che si occupa in particolare di sostegno alle persone povere, agli anziani, ai disabili. La consapevolezza che la guerra è la madre di ogni povertà, ha spinto la Comunità a lavorare per la pace, proteggerla dove è minacciata, aiutare a ricostruirla, facilitando il dialogo là dove è andato perduto. Grande anche l'impegno nella lotta contro la pena di morte e la presenza di volontari nelle carceri. Alla base di tutto questo impegno c'è la preghiera, basata sull'ascolto della Parola di Dio.

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In Liguria la Comunità è presente a Genova da oltre 40 anni con sedi in dieci quartieri della città; altre comunità si trovano a Rapallo e Savona.


"L'anniversario che celebriamo oggi è l'anniversario della nascita della comunità a Roma. È una giornata bella perché è un momento di famiglia dove vengono tantissime persone. A roma è nata nel post concilio, quando c'era un clima fecondo dove nascevano tantissimi gruppi che dovevano lavorare sulla novità del concilio vaticano secondo. L'obiettivo era stare vicino alle persone più povere in una grande città come Roma, e la comunità ha iniziato così nelle enormi periferie dove vivevano tanti ragazzini. Da lì è nata l'attenzione a questo momento, delineata come doppia attenzione - spiega il responsabile della Comunità di Sant'Egidio per la Liguria Andrea Chiappori -. La comunità è arrivata a Genova per la ricerca del mondo giovanile, per forme più spontanee con giovani di quel tempo che si interrogavano per capire cosa fare qui. E adesso si festeggiano i 50 anni della comunità. L'attività è strutturata intorno agli anziani, ai bambini, ai giovani e a coloro che vivono per strada, e i tanti immigrati che provengono dalle più svariate parti del mondo. Ci sono tante persone che si coinvolgono e sostengono questa attività che tocca diversi aspetti della città. La comunità è composta da un migliaio di persone in città e da un altro migliaio che agisce come volontario. Sono 5 mila gli anziani e circa 600 i giovani delle periferie da Voltri a Molassana. La mensa ospita 600 persone dal lunedì al venerdì, e a questo si aggiunge la piccola mensa nel quartiere di Begato. Un altro pullman dell'Ucraina partirà intorno al 20/25 di marzo".

Nell'omelia, mons. Marco Tasca, arcivescovo di Genova, ha citato Papa Francesco. "Stiamo vivendo un momento insieme per un'eccellenza, oggi vogliamo ringraziare il Signore per il nuovo parroco ma anche ricordare i 55 anni della Comunità di Sant'Egidio. Siamo qui per ringraziare la presenza in oltre 70 Paesi grazie ad Andrea Chiapporti per il lavoro svolto nella società civile e un grazie a tutti i volontari.Grazie a voi che vi sentite amati dalla Comunità, agli anziani, ai profughi, ai migranti e grazie per testimoniare il bene che sentite.
Quante volte il Signore ci sfida a fidarsi delle sua parole, la morte non ha l'ultima parola. L'ultima parola ce l'ha la speranza. Bello che in mezzo alle prove, alle fatiche, come dico spesso, siamo nella tempesta, ma non nella stessa barca. Qualcuno su un transatlantico e qualcuno su una barca che si sfascia. L'indifferenza porta alla malvagità, il cuore indifferente non vede nulla, non si accorge di nulla, di questa malvagità. Il papa dice tutti fragili e disorientati ma tutti chiamati a remare insieme. L'augurio che faccio alla comunità è di accendere sempre luce, la speranza anche se qualcuno oggi vuole la morte della speranza. Per vedere la luce bisogna continuare a seminare".
L'augurio del vescovo Tasca a Sant'Egidio: "Continuate ad accendere la luce della speranza".

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