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Attualità

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di Riccardo Olivieri

GENOVA - Il 17 marzo del 1861 venne proclamata l'unità d'Italia, avvenimento di cui questa mattina si è celebrato l'anniversario davanti alla tomba del genovese Giuseppe Mazzini, figura centrale del Risorgimento, che dopo la sua morte è stato seppellito nel cimitero di Staglieno proprio il 17 marzo del 1872. "Oggi celebriamo i capisaldi della nostra storia - ha detto il presidente della Regione Giovanni Toti -, i 162 anni dal raggiungimento dell’unità nazionale, la Costituzione e i due simboli cardine della nazione, l’inno e il tricolore. Una ricorrenza che ricordiamo in un luogo simbolo, la tomba di Giuseppe Mazzini, padre spirituale del Risorgimento e della nascita dell’Italia. È necessario impegnarsi, ogni giorno, per trasmettere e tutelare la memoria della storia lunga e difficile che ha portato all’affermazione di questi valori, fatti di indipendenza e libertà".

Mazzini non è stato l'unico genovese a lasciare un'impronta nella storia dell'unità d'Italia. Anche gli autori dell'inno nazionale Goffredo Mameli e Michele Novaro sono originari del capoluogo ligure, per questo il sindaco di Genova Marco Bucci lancia una provocazione: "È stato cantato per la prima volta il 10 dicembre del 1847 nella chiesa di Nostra Signora di Loreto a Oregina dove noi tutti gli anni andiamo a ricordare questo momento. Quindi l'inno è cosa nostra, qualcuno lo chiama anche inno di Genova, come i francesi chiamano l'inno "la Marsigliese" noi potremmo chiamarlo la Genovese".

Alla cerimonia era presente anche il Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo: "Essere qui oggi nella mia città natale, a portavi il saluto del Governo, è per me un grande onore e una emozione. Una giornata che mi consente di ricordare le donne e gli uomini che, in nome dei colori della bandiera italiana, hanno sacrificato la vita per l’affermazione della difesa della libertà e della democrazia, che sono principi inderogabili della nostra Repubblica. Il tricolore, con l’inno d’Italia, ispirano e accompagnano la storia del nostro Paese; il drappo verde rosso e bianco è stato il vessillo dell’epoca risorgimentale e rappresenta l’indivisibilità dell’Italia. Non dobbiamo dimenticare che sotto questi valori e principi ci siamo uniti e riscoperti come comunità, anche in momenti difficili, come è stato quello della pandemia e come è oggi la tragedia alle porte dell’Europa.

È per questo che è fondamentale impegnarci come istituzioni per non disperdere il patrimonio culturale che ci è stato tramandato da chi con grande abnegazione e ferree convinzioni democratiche ha saputo tracciare la strada dell’affermazione della nostra identità nazionale. Il pensiero di Giuseppe Mazzini, cristallizzato nelle fondamenta della Repubblica italiana e nei principi della carta costituzionale,  è importante anche per comprendere il presente; i suoi ideali hanno ispirato il Risorgimento, l’opera di costruzione dello stato unitario, la Resistenza e ancora oggi, attraverso il prisma del genovese, è possibile rileggere 162 anni di storia italiana".