Due mesi dopo avrebbe compiuto 25 anni ma purtroppo il destino per lei decise diversamente. Il 6 maggio 1996 Nada Cella venne trovata agonizzante ma ancora viva dal suo datore di lavoro, Marco Soracco, nello studio nel quale lavorava come segretaria da cinque anni in via Marsala a Chiavari. Sarebbe morta poche ore dopo all’ospedale S. Martino di Genova. Un delitto apparentemente inspiegabile: nessun segno di effrazione alla porta d’ingresso e nessuna traccia di colluttazione. In sede autoptica furono riscontrate lesioni da calci e/o pugni, da corpo contundente e da violentissimo urto – quasi certamente fatale – probabilmente contro il pavimento. Secondo gli inquirenti la ragazza avrebbe perso i sensi quasi subito mentre l’aggressore continuò a lungo ad infierire su di lei. Quello di Nada Cella è stato fino a poche settimane fa uno dei ‘cold case’ più inquietanti della cronaca nera italiana. Adesso però le indagini sono state riaperte con l’iscrizione nel registro degli indagati di un’ex-insegnante che conosceva Soracco entrata nell'inchiesta nei giorni successivi al delitto per poi uscirne in tempi brevissimi. Questo è il primo servizio sull’omicidio ma nell’Archivio storico di Primocanale potete trovare anche i recenti risvolti dell’indagine (Guarda qui).
TOP VIDEO
Venerdì 22 Novembre 2024
Con 'Breathe' alle 21 Primocanale rivive la tragedia del Covid
Giovedì 21 Novembre 2024
Processo Morandi, incognita feste sulle udienze. In aula il 2 dicembre
Venerdì 22 Novembre 2024
Cultura, il sogno di Palazzo Ducale: "Biglietti gratis per le scuole"
Giovedì 21 Novembre 2024
Primocanile - Cani e gatti in redazione, gli animali di Primocanale
Ultime notizie
- Frode fiscale, processo per 'il re dei surgelati' Vetrano e la sua cerchia
- Vince Liguria risponde a Sanna: "Vittima della sindrome capogruppo Pd"
- Investe 16enne in scooter e scappa, si è costituito
- Vieira: "Al Genoa ho detto subito sì, non vedo l'ora che sia domenica"
- La spesa e poi il vaccino: doppio open day antinfluenzale al supermercato
- Ottolini: “Sull'esonero di Gilardino la responsabilità è mia”
IL COMMENTO
Blazquez, basta mezze parole: è il momento di dire tutta la verità
Ddl vittime incuria, speriamo la norma non venga usata mai più