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Attualità

Il software sviluppato dalla start up genovese Easy Talk Test è più fluido rispetto a quello dell'Università inglese e potrà essere utilizzato anche in campo medico
3 minuti e 28 secondi di lettura
di Redazione

GENOVA - Verificare la reale conoscenza di una lingua straniera in modo automatizzato sfruttando l'intelligenza artificiale. Da oggi non è più un auspicio fantascientifico ma è già realtà grazie ad Easy Talk Easy Test, la start-up innovativa nata a Genova che si basa sull'AI applicata nell'ambito dei processi linguistici.

In concreto il software sviluppato e brevettato dalla società genovese riesce ad analizzare e valutare il livello di conoscenza di una determinata lingua, attraverso un test orale automatizzato sotto forma di dialogo con un voicebot.

"La tecnologia che proponiamo è unica al mondo perché permette alla persona esaminata di essere sottoposta ad una conversazione reale e non alla registrazione di alcuni spezzoni di frase – spiega il fondatore e CEO dell'azienda, Thomas Cuberli -. Al momento siamo partiti con l'inglese e l'italiano, ma il software che abbiamo sviluppato è in grado di gestire tutte le lingue del mondo".

Thomas Cuberli, genovese classe 1985 e socio Mensa Italia, negli ultimi anni ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti dal punto di vista professionale, come il Premio Marzotto 2017 per una start-up operante nel settore delle criptovalute e il premio Tigullio Crea Impresa 2018 per la creazione di un progetto nel settore beverage.

Insieme a lui hanno dato vita ad Easy Talk Easy Test altri tre soci, tutti genovesi. Si tratta del CTO Enrico Reboscio (fondatore e presidente di Dotvocal Innovation Srl, azienda nata nel 2004 a Genova e specializzata nelle tecnologie di riconoscimento e sintesi vocale), del COO Gianluca Caffaratti (CEO e fondatore di Happily Srl, società benefit che dal 2015 si occupa di sviluppare piani di welfare aziendale e progetti di benessere organizzativo all'interno delle imprese) e del CFO Emilio Cosso (direttore generale di una società del gruppo Langley Holding e Business Angel).

"Pur essendo a tutti gli effetti una start-up, possiamo contare su un'esperienza nel settore delle tecnologie di riconoscimento e sintesi vocale di quasi 20 anni, grazie al lavoro di Dotvocal Innovation – sottolinea Cuberli -. Siamo nati a Genova e abbiamo intenzione di portare valore alla città e alla regione, investendo sul centro storico del capoluogo ligure dove già oggi hanno sede gli uffici di Dotvocal Innovation".

Il software è più fluido rispetto a quello utilizzato dall'Università di Cambridge, al quale bisogna dare numerosi input: l'intelligenza artificiale messa in campo dalla start up genovese è invece in grado di creare una conversazione tra l'utente e il voicebot in tempo reale.

L'obiettivo del progetto Easy Talk Easy Test è creare strumenti digitali innovativi, utili per la formazione e la valutazione delle capacità linguistiche degli individui sia nella propria lingua madre che in quelle straniere. Un'altra possibile applicazione è di tipo medico e consiste nella possibilità di monitorare i progressi o regressi mentali di fronte a malattie o terapie mediche. Il tutto utilizzando la capacità linguistica come termometro del corretto funzionamento mentale.

"Guardando ai settori di applicazione del nostro prodotto – spiega Thomas Cuberli – le possibilità sono molteplici. Dalle scuole di lingua, alle agenzie di somministrazione lavoro fino alla diretta collaborazione con grandi gruppi aziendali. Per questi ultimi, in particolare, pensiamo ai significativi vantaggi che potrebbero ottenere dal nostro software ad esempio per valutare le reali competenze linguistiche dei propri dipendenti e di chi si candida ad una posizione in azienda autocertificando le proprie conoscenze linguistiche sul curriculum".

Nello specifico il software di Easy Talk Easy Test riesce ad integrare le tecnologie vocali al fine di ottenere dei questionari ai quali un utente deve rispondere per dimostrare il suo livello di competenza linguistica. L'integrazione delle tecnologie vocali ha il duplice scopo di creare da un lato un'interfaccia vocale che consenta una user experience fluida, e dall'altro di utilizzare le informazioni ricevute dai motori di riconoscimento al fine di ottenere una misurazione il più possibile oggettiva delle competenze linguistiche per ottenere un indice di misurazione dell'utente in quella data lingua.

"Dopo diversi test abbiamo deciso di utilizzare le Google Speech API, che rispetto alle Cloud Speech API consentono di dare un risultato in tempo reale analizzando direttamente lo stream live di un microfono – conclude Cuberli -. Con questa tecnologia oggi ci rivolgiamo al mercato del nostro Paese proponendo l'inglese e l'italiano. In futuro però abbiamo intenzione di aumentare il numero di lingue a disposizione e di espandere il nostro progetto a tutti i mercati europei e mondiali".

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