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Attualità

I primi controlli Arpal del mese di aprile promuovono il nostro mare
1 minuto e 36 secondi di lettura
di Eva Perasso

Primo maggio, come ogni anno parte anche in Liguria ufficialmente la cosiddetta "stagione balneare" che si chiuderà, almeno secondo le convenzioni, il 30 settembre. Cinque mesi di bagni e turismo balneare con diversi protagonisti, le spiagge certo, ma la qualità dell'acqua marina resta uno degli interessi principali, sul fronte ambientale e della fruibilità del territorio. Acqua che dai primi controlli di Arpal - partiti il 1 aprile - risulta pulita in tutta la regione. Mentre sulla carta, al di là dei campionamenti, l'85 per cento della costa è classificata "buona" o "eccellente".

Arpal, l'agenzia regionale che monitora lo stato ambientale della nostra regione, già da aprile infatti ha iniziato le sue analisi nei tratti costieri decretati dai Regione Liguria: peril 2023 i punti di controllo sono 382 e corrispondono a tratti in cui si prevede il maggior afflusso di bagnanti o il rischio più elevato di inquinamento. Sono nello specifico 86 a Imperia, 101 nella provincia di Savona, 111 a Genova, 84 in provincia della Spezia.

E i primi dati, al di là della balneabilità a livello locale, che può cambiare nel corso della stagione a causa dei fattori esterni, promuovono la nostra regione: La classificazione delle acque prevede infati quattro diversi giudizi, da eccellente (il massimo) a scarso. Questa classificazione è scientifica e annuale, una sorta di bollino che viene concesso ogni anno dalla Regione, secondo i dati raccolti.

In Liguria l'85 per cento dei 382 punti di prelievo è tra il buono e l'eccellente. "Quest'anno la Liguria ha 2 punti "in attesa di classificazione" , 10 punti in categoria "scarso", 8 punti "sufficienti", 36 punti "buoni" e 326 "eccellenti", pari all'85% del totale (382); i punti "scarsi" per cinque anni consecutivi sono permanente vietati alla balneazione", conferma Arpal.

Le analisi svolte nei punti di prelievo sono volte a scoprire le fonti di inquinamento, ma anche i rischi dovuti alla presenza di batteri, di macroalghe, fitoplancton. Tra i batteri, in particolare, i più diffusi sono gli enterococchi intestinali e gli escherichia coli, indici di contaminazione fecale delle acque.

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