Dopo la manifestazione di protesta contro il perdurare da quasi otto mesi della chiusura delle due principali arterie stradali che attraversano Altare, nel paese di Valbormida l’economia locale è in ginocchio e chiede aiuto fuori dai confini comunali.
Venerdì scorso ampia partecipazione popolare contro l’inerzia della pubblica amministrazione e della proprietà sul grave problema delle aree ex-Savam.
Un’ordinanza dello scorso settembre, infatti, ha disposto la chiusura di via XXV aprile e via Cesio, in pieno centro storico, a causa di un paventato pericolo di crollo rispetto a quanto resta della vecchia fabbrica. Il provvedimento ha tagliato in due Altare costringendo residenti e visitatori a lunghe deviazioni stradali per raggiungere il cuore del borgo.
“Il perdurare oltre ogni ragionevole termine, peraltro del tutto indefinito, di questa chiusura stradale sta causando danni irreparabili al commercio e all’artigianato altarese. Alcuni negozi hanno chiuso in questi mesi e, probabilmente, altri lo faranno in futuro se la situazione non cambierà” hanno denunciato alcuni manifestanti.
Altri hanno spiegato che la manifestazione di venerdì è stata annunciata con un brevissimo preavviso, in quanto l’obiettivo era quello di sfruttare la chiusura per lavori della galleria Fugona sulla SP 29 che ha dirottato traffico in centro. In realtà, il cantiere è terminato con un giorno d’anticipo: “Questa chiusura ha causato ad Altare e a tutti gli automobilisti gravi disagi, in quanto l’intero traffico tra Savona e Valbormida è stato dirottato sul centro di Altare, aggravando gli effetti della chiusura di Via XXV aprile e costringendo anche i pendolari a sperimentare i disagi delle deviazioni stradali patiti quotidianamente dagli altaresi. Per evitare il collasso, la Provincia ha vietato il transito ai trasporti pesanti, collocando posti di blocco a Savona e Carcare. Tuttavia, nelle stesse ore, un tir è riuscito, comunque, a raggiungere il semaforo del forte di Altare, incastrandosi e causando un blocco del traffico. Come si capisce, una situazione ormai a livelli di conclamata emergenza”.
Tuttavia, i protagonisti della protesta hanno chiesto a gran voce e senza risultato la presenza del sindaco Roberto Briano. Adesso, gli stessi autori del presidio si dicono esausti di una sofferenza senza fine e invocano l’intervento delle realtà sovracomunali: “Sta morendo la nostra comunità, non escludiamo altre azioni simili per non affossare del tutto Altare”.