GENOVA - "Da giugno ad oggi abbiamo registrato un aumento del 50% di accessi alla mensa, si tratta soprattutto di famiglie con bambini in difficoltà. A Primocanale don Maurizio Scala della Comunità di Sant'Egidio di Genova scatta la fotografia della situazioni in città. Inflazione, le conseguenze della pandemia, la precarietà del lavoro. È l'insieme dei vari fattori a produrre la situazione.
In Italia i prezzi al dettaglio salgono ad aprile del +8,2%, a Genova il tasso raggiunge il +9,7% all'anno, una famiglia residente deve mettere in conto una maggiore spesa pari in media a +2.114 euro annui a causa dei rincari dei listini. I beni che stanno crescendo di prezzo sono quelli di cui non si può fare meno come gli alimentari che sono aumentati da inizio anno del 13,1% o quelli per la spesa legata alla casa e dalle bollette +54,5%.
In questa situazione aumentano le richieste di aiuto di chi un lavoro ce l'ha ma nonostante questo non riesce ad arrivare a fine mese. I volontari di Sant'Egidio hanno moltiplicato i loro impegno.
"Il 10% vive sotto la soglia di povertà - spiega Scala riprendendo i dati Istat -. Ci chiamano perché ci sono persone che non riescono a conciliare le spese per le medicine con quelle per il pranzo. Se prima del Covid facevamo 150 pasti alla settimana ora sfioriamo i 700. Ma sono aumentate tantissimo le famiglie con bambini sotto i 10 anni in difficoltà, prima erano 3-4 oggi sono 50-60 quelli che vengono alla mensa".
Un problema quello della povertà che si allarga sempre più. "Abbiamo nuove persone, c'è chi ha un reddito di 1200 euro e ne spende 600 in affitto, un'altra buona parte in bollette e poi come fanno a vivere con il resto? - spiega ancora Scala -. Ma abbiamo anche tanti anziani che ricevono la pensione minima, stranieri e poi le ucraine arrivate qui dalla guerra. All'inizio trovavano ospitalità ma ora dopo più di un anno dall'inizio del conflitto manifestano difficoltà" conclude il responsabile della Comunità di Sant'Egidio.
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