GENOVA - I lavoratori dell'ex Ilva scendono, ancora una volta, in piazza. Alla base del corteo di questa mattina l'aumento "della cassa integrazione e il
blocco delle ferie", che secondo i sindacati non è coerente con la promessa di risalita produttiva e con il riavvio dell'altoforno 2 di Taranto. Inoltre sarebbero troppi pochi gli investimenti su Cornigliano.
Alle 8 di stamattina i lavoratori si sono riuniti davanti alla fabbrica, nella zona di Cornigliano, e poi sono partiti in corteo nella via principale. Centinaia i lavoratori che armati di cartelloni chiedono più attenzione. I segretari nazionali di Fim, Fiom e Uilm hanno anche chiesto un incontro urgente al ministro per le imprese, Adolfo Urso.
Alle 9, il corteo bloccava la rotonda di via S. Giovanni Acri.
“Ad oggi non sappiamo come vengono impiegati gli ulteriori soldi messi dal Governo mentre la situazione negli stabilimenti, compreso quello di Genova, è difficilissima: servono investimenti strutturali resi urgenti dalla mancanza che c’è stata in questi anni senza interventi di manutenzione ordinari, straordinari e tutta la parte di potenziamento delle linee e dei reparti. Per noi bisogna andare nella direzione di aumentare la produzione dichiarata dall’azienda in 4 milioni di tonnellate per il 2023 e 5 milioni di tonnellate nel 2024 e migliorare la qualità dei prodotti, migliorando la sicurezza e l’ambiente ed essere così in grado di aggredire il mercato nazionale e internazionale, che ha conosciuto recentemente picchi altissimi di richiesta”, spiega in una nota il segretario generale FIM Cisl Liguria Christian Venzano.
“L’ industria siderurgica va anche trattata nell'ambito strategico della difesa. Ma ad oggi niente è cambiato e non c’è stato ancora l’incontro con il Governo per la presentazione del piano industriale ed il dettaglio degli investimenti, ma soprattutto non abbiamo evidenza di quando il Governo vada a maggioranza e questo preoccupa più di tutto perché la gestione aziendale e le relazioni sindacali sono vicine allo zero e questo fa male ai lavoratori e al lavoro. La manifestazione di oggi a Genova evidenzia l’ennesima situazione dove non è stato rispettato un accordo dall’azienda e questa volta è quello della Cassa recentemente firmata, dove registriamo l’ennesima provocazione dell’azienda che vorrebbe annullare le ferie estive delle lavoratrici e dei lavoratori tramutandole in CIGS e non possono neanche nascondersi dietro alla scusa che non è stata firmata, vogliamo il rispetto dell’accordo e il mantenimento delle ferie estive programmate dai dipendenti per questo vogliamo un incontro con l’azienda. Non possiamo andare avanti così, bisogna che il Governo metta fine a questa gestione ed inizi ad entrare in campo in maniera seria ed attiva, rilanciando la siderurgia nel nostro paese con un socio serio e che non può essere questo”, conclude Venzano.
(Notizia in aggiornamento)