LUNI - Lunae, la storica azienda della famiglia Bosoni che da oltre 60 anni è dedita alla viticoltura, apre le porte della sua nuova cantina: una casa per coltivare il futuro, restando fedeli alla tradizione ma con la curiosità e la voglia di sperimentare sempre nuove strade per valorizzare la terra e i vini del territorio.
L’idea nasce dodici anni fa dalla volontà di alzare il livello qualitativo della produzione e lavorare in spazi funzionali e adatti a valorizzare anche chi ogni giorno è impegnato nelle diverse fasi di lavorazione. Il risultato arriva dopo cinque anni di progettazione e sette di cantiere con un investimento totale di circa nove milioni di euro, di cui tre e mezzo di fondi europei del Psr. Il progetto comprende sei edifici di cui quattro volumi costruiti ex novo e due strutture preesistenti: un totale di 3000 metri quadrati dedicati al vino nel comune di Luni, nell’estremo levante della Liguria.
“Coltivare vigneti significa saper ascoltare i ritmi della natura e avere ben chiaro il valore del tempo. Costruire una nuova cantina, una nuova casa al nostro progetto imprenditoriale, alla nostra famiglia e alla nostra comunità contadina, ha richiesto la stessa attenzione e ha lo stesso significato” spiega Diego Bosoni, anima di questo progetto che con grande emozione mostra il risultato di caparbietà e visione.
Per l’azienda di famiglia è un come un nuovo inizio. “Era un sogno nel cassetto da tanti anni – aggiunge Paolo Bosoni, storico titolare dell’azienda -. Mio padre mi ha sempre insegnato che bisogna sapersi migliorare e rinnovare. Per produrre bene bisogna avere spazi e tecnologie adatte e siamo arrivati ad oggi, grazie al lavoro di mio figlio Diego, che oltre ad una cantina funzionale, con attrezzature all’avanguardia, abbiamo anche un’opera con valore estetico unico”. Alla tradizione agricola si aggiunge la bellezza con la sicurezza di 65 ettari di vigneti di proprietà – di cui 30 a coltivazione biodinamica – e 100 conferitori.
Filo conduttore del progetto è la fusione tra funzionalità ed estetica, spazi lavorativi e design, ambiente e qualità del lavoro. “Volevamo che la parola ‘utile’ non diventasse la linea di confine che separa l’universo artistico dal mondo concreto - spiega il designer Andrea Del Sere che ha disegnato il progetto realizzato dagli architetti di At Studio -. È stata privilegiata l’unicità in ogni elemento compositivo, l’approccio creativo in ogni dettaglio anche riducendo le distanze fra ambienti di rappresentanza e spazi lavorativi, nobilitando questi ultimi”. Una filosofia aziendale che si ritrova anche nei dettagli, come nell’etichetta del vino ‘Albarola’ che riporta i nomi dei dipendenti dell’azienda che ne seguono la realizzazione,
L’ingresso obbliga ad un percorso a piedi tra i filari dei vitigni autoctoni dei Colli di Luni - scimiscia, canaiolo, ciliegiolo, albarolo - e un campo ampio dedicato al principe del levante spezzino: il vermentino. Proseguendo si apre un’ampia corte che volge verso i gradoni del primo spazio di degustazione della cantina. Gli edifici in superficie abbracciano una piazza centrale, al centro della quale si origina un volume fulcro delle attività interne e interrate, come la bottaia, l’area di affinamento e sale per l’accoglienza e la degustazione. La struttura in superficie e la parte interrata, sono collegate da un profondo tunnel inclinato che permette al visitatore di immergersi dalla natura sino all’area sotterranea. Pensata per essere sostenibile, la cantina conta su un’ampia quota di energia autoprodotta con sistema geotermico e fotovoltaico; un manto verde ricopre il fronte esterno per mantenere il più naturalmente possibile la temperatura costante e, infine, vasche recuperano l’acqua piovana.
Da inizio luglio sarà possibile prenotare una visita guidata e pacchetti di esperienze per viverne l’emozione dal vigneto fino ai calici, attraverso le tante sfumature di Vermentino firmate dalla famiglia Bosoni.