Berlusconi e il cinema. O – meglio – il cinema su Berlusconi: un rapporto contrastato, fonte di ispirazione – va detto - in molti casi contraddittoria così come si conviene ad un personaggio controverso che nel bene e nel male (a seconda ovviamente dei punti di vista) è stato protagonista di almeno cinque decenni di storia del nostro paese, prima da imprenditore e poi da politico.
A cominciare da Fellini. Sinceramente non so se i due si siano mai incontrati ma l'autore di '8 ½' e della 'Dolce vita' non fu mai tenero con lui, prima per aver comprato (disse “per un piatto di lenticchie”) l'intero catalogo dell'allora Cineriz che vantava oltre ai suoi capolavori anche quelli di Antonioni, Pontecorvo e altri autori ancora poi trasmessi a spezzatino nelle sue tv lacerati dalla pubblicità (“piccole ischemie dell'attenzione”) la cui legittimità venne in seguito sancita in maniera ufficiale addirittura con un referendum, alla faccia di quel “non si interrompe un'emozione” che per molti divenne una bandiera culturale, quindi per l'uso sfrenato di una televisione che evidentemente gli piaceva poco tanto da sbeffeggiarla alla sua maniera con 'Ginger e Fred' dove due anziani ballerini (Marcello Mastroianni e Giulietta Masina) tentano di tornare sulla cresta dell'onda in un mondo dello spettacolo che non riconoscono più all'interno di una tv privata di proprietà di un fantomatico (ma neppure poi tanto) "cavalier Fulvio Lombardoni".
Poi naturalmente c'è Moretti che fa iniziare 'Aprile' (1998) con Emilio Fede che al Tg4 annuncia la vittoria di Berlusconi alle politiche del 1994. L'accorato “D'Alema, dì una cosa di sinistra” rimane uno dei tormentoni più noti dell'intero suo cinema anche se è 'Il caimano' a dare un risoluto affondo al Cavaliere, durissima presa di posizione nei suoi confronti. Finisce con Berlusconi-Moretti che esce dal Palazzo di giustizia condannato a sette anni, presumibilmente nel processo Sme, quando il popolo lo acclama e tira contro i giudici, che lui aveva ammonito a temerne la reazione, perfino bombe Molotov. Di Berlusconi si è occupato in tempi più recenti anche Paolo Sorrentino con 'Loro', monumentale opera in due parti incentrata sulle vicende professionali, politiche e private sue e di tutti quelli che gli ruotavano intorno.
Si potrebbe continuare ancora a lungo tra film di fiction e documentari: 'Videocrazy - Basta apparire' di Erik Gandini; 'Citizen Berlusconi' di Andrea Cairola e Susan Gray; 'Bye Bye Berlusconi!' del tedesco Jan Henrik Stahlberg; 'Silvio forever' di Roberto Faenza e Filippo Macelloni; 'Quando c'era Silvio' di Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani e 'S. B. io lo conoscevo bene' di Giacomo Durzi e Giovanni Fasanella. Sicuramente ne dimentico molti ma tutti quelli che ho citato bastano e avanzano in ogni caso per sottolineare come abbia segnato un'era anche sul grande schermo.