GENOVA - Salvo imprevisti oggi, 29 giugno, il tanto sofferente aeroporto di Genova avrà un nuovo presidente, che prenderà il posto del compianto Paolo Odone, scomparso due mesi fa.
Già per il modo nel quale arriva la nomina di Alfonso Lavarello si capisce che l’aeroporto, infrastruttura fondamentale nel sistema genovese e ligure, vivrà un tempo diverso rispetto a quelli vissuti fin’ora, quando la guida era nelle mani di figure certamente rispettabili, ma mai incisive anche per i limiti del ruolo presidenziale.
Lavarello, che arriva senza che gli sia affiancato un amministratore delegato, avrà probabilmente poteri più ampi. Congelata la nomina ad ad di Andrea Mentasti, indicativamente un possibile consulente, il ruolo chiave sarà del nuovo presidente, genovese di origine storiche, con un passato ricchissimo di esperienze nel paesi arabi e a Cuba, ma anche a Genova in Costa Crociere e Zerbone.
Resterà al suo posto provvisoriamente il direttore generale Piero Righi, in via di pensionamento.
Lavarello porterà all’aeroporto e alla società che lo governa ( azionista principale l’Autorità portuale di Sistema di Genova e Savona, ma quota forte anche di Aeroporti di Roma) un vento nuovo e diverso.
Intanto la sua grande esperienza internazionale e la capacità commerciale tipicamente costruita con il dna genovese, sperimentato in affari mondiali indicano uno sviluppo dello scalo in attesa da sempre di un "salto", sia nel trasporto passeggeri che in quello merci.
Nel curriculum di Alfonso Lavarello c’è il decollo turistico commerciale di Cuba, conquistato dal manager genovese in tredici anni di lavoro anche grazie a uno straordinario rapporto di fiducia con un gigante come Fidel Castro. Si può dire che grazie a lui le navi da crociera hanno incominciato a "frequentare" l’isola caraibica che le vicende politiche avevano escluso dal traffico mondiale, nonostante la vicinanza con Miami e le capitali americane del turismo.
Si potrebbe scrivere un romanzo su come Lavarello conquistò la fiducia del leader maximo e del suo cerchio ristretto. Una fama rimasta prevalentemente segreta proprio grazie a quello stile riservato che ha un imprinting genovese.
Il nome di Lavarello è diventato un po’ più pubblico quando è tornato a Genova dal suo "giro del mondo" e il sindaco Bucci lo ha nominato tra gli "ambasciatori" di Genova, un titolo molto onirifico, spesso un semplice attestato non produttivo di azioni concrete.
Ma Lavarello, che è un amico, uno dei rari amici, del comandante Luigi Aponte, praticamente uno dei "padroni" del porto di Genova e l’armatore mondiale più forte con MSC e con le altre sue attività, non è certo uno che si accontenta di diplomi e attestati. E’ capace di azioni forti e di rivoluzioni nelle aziende in cui mette piede.
Per questi motivi se la sua nomina sarà consacrata con un board che può filare bene con il suo attivismo e il suo decisionismo, la musica nell’aeroporto di Genova è destinata a cambiare. Finalmente.