GENOVA - Una legge per equilibrare i rapporti di forza tra i cosiddetti "clienti forti" e i liberi professionisti: dal 20 maggio è entrata in vigore la norma sull'equo compenso, che verrà presentata a Genova giovedì 13 luglio dalle 14 alle 17 nel centro cultura dell'ordine degli avvocati per far conoscere la legge a tutti gli interessati ma anche per metterli in guardia dai rischi: in caso di contratto firmato che non rispetti le linee guida della legge sull'equo compenso verranno infatti sanzionate entrambe le parti, sia il cliente che il professionista.
"È un aspetto della legge che ha destato perplessità - dichiara Andrea Corrado, delegato dell'Organismo Congressuale Forense per il distretto di Genova -. È rimasta la previsione delle sanzioni disciplinari nel caso di stipula di convenzioni contrarie alla norma. Si può vedere da un duplice punto di vista: può essere un aiuto per il professionista a contrattare con questi 'clienti forti' proprio alla luce delle possibili sanzioni. Si è preferito far uscire una norma con qualche criticità piuttosto che rischiare di non vederne la nascita".
Con clienti forti si intendono istituti bancari o assicurativi, aziende con almeno 50 dipendenti o almeno 10 milioni di euro di fatturato, pubblica amministrazione e partecipate. In molti casi questi soggetti fanno leva sulla loro forza per imporre clausole a loro vantaggio come l'esclusione di anticipazioni e acconti prima della fine della prestazione del professionista, che però può durare anni. Il lavoratore in precedenza non poteva quindi percepire nemmeno una parte della paga prima di un lungo lasso di tempo ma grazie alla nuova norma queste clausole sui nuovi contratti (non è retroattiva) verranno considerate nulle.
"I clienti forti ora non possono imporre le condizioni economiche di prestazione dell'attività - sottolinea il presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Genova Luigi Cocchi -. Inoltre è prevista per i professionisti l'impossibilità della gratuità delle prestazioni".
Su quest'ultimo punto c'è ancora un nodo da sciogliere: "Nell'articolo 8 del codice dei contratti c'è un richiamo all'equo compenso - spiega la vicepresidente dell'Unione Nazionale Avvocati Amministrativisti Daniela Anselmi - ma prevede anche la possibilità per la pubblica amministrazione di richiedere le prestazioni a titolo gratuito in casi eccezionali e congruamente motivati: le due norme vanno coordinate".
La legge sull'equo compenso introduce anche un'altra importante novità, ovvero quella di poter costituire una class action: "Non è solo il soggetto che non ha ricevuto l'equo compenso a poter agire di fronte al giudice - spiega ancora Anselmi - ma anche il consiglio dell'ordine e le associazioni dei professionisti possono agire. Da questo punto di vista la legge è molto innovativa, non si agisce come singolo ma come categoria".