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I controlli, eseguiti dai dipendenti Reparti operativi, hanno permesso di constatare complessivamente una base imponibile sottratta a tassazione di quasi 9 milioni di euro, con un’imposta evasa stimata pari a oltre 2,5 milioni di euro e Iva evasa
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di Redazione

IMPERIA - I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Imperia, a seguito di una campagna di controlli economico-finanziari finalizzati al contrasto dell’evasione fiscale e del lavoro “nero”, hanno eseguito venti ispezioni fiscali nei confronti di una di imprese edilizie con sede in provincia di Imperia (gestite da soggetti di nazionalità turca, egiziana, tunisina, albanese e italiana) operanti sia sul territorio nazionale che in quello francese. I controlli, eseguiti dai dipendenti Reparti operativi, hanno permesso di constatare complessivamente una base imponibile sottratta a tassazione di quasi 9 milioni di euro, con un’imposta evasa stimata pari a oltre 2,5 milioni di euro e Iva evasa per circa un milione di euro.

Oltre all’omessa dichiarazione dei redditi conseguiti in Italia e in Francia, in un caso l’evasione fiscale è stata posta in essere anche attraverso l’utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti al fine di abbattere la base imponibile e ridurre il proprio carico fiscale complessivo. Tali fatture sono state emesse, per un ammontare superiore a 650 mila euro, da soggetti che solo formalmente risultavano titolari di partita Iva e che, di fatto, svolgevano in “nero” mansioni di muratore. Per tale fattispecie, sono stati segnalati alla locale Procura della Repubblica per reati tributari i 7 soggetti emettitori delle fatture false nonché l’utilizzatore, il quale è stato destinatario della misura cautelare personale dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, unitamente al divieto di espatrio e al sequestro preventivo di beni fino alla concorrenza dell’imposta evasa.

Nell’ambito dei controlli in questione sono stati anche individuati 30 dipendenti totalmente in “nero” e un lavoratore irregolare, ai quali sono stati corrisposti compensi in “nero” per oltre 380 mila euro; fra questi e loro familiari, sono stati scoperti e segnalati all’autorità giudiziaria 16 soggetti per l’indebita percezione del reddito di cittadinanza per circa 300 mila euro.

Sono state inoltre riscontrate violazioni nell’ambito della disciplina antiriciclaggio, relativamente a pagamenti di fatture mediante ravvicinati versamenti di contante, artatamente “frazionati” in importi appena al di sotto della soglia ammessa dalla normativa.

In relazione a tale circostanza, è stata poi comminata una sanzione a un tenutario delle scritture contabili per l’omessa segnalazione di operazioni sospette all’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia.

Dai controlli in questione sono emerse anche violazioni per l’omessa dichiarazione del trasferimento di oltre 1,5 milioni di euro su conti correnti accesi in Paesi extracomunitari.

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