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Attualità

La sorella di Carlo Giuliani in piazza Alimonda ricorda suo fratello: "Era meraviglioso, era sempre pronto a dare una mano"
3 minuti e 9 secondi di lettura
di Riccardo Olivieri

 

GENOVA - "Oggi è difficile tirare fuori i ricordi" dice Elena Giuliani in piazza Alimonda: qui 22 anni fa durante gli scontri per il G8 di Genova morì suo fratello Carlo Giuliani, colpito a morte dal proiettile sparato dal carabiniere Mario Placanica. "Parliamo di quello che succede oggi, perché i ricordi sono qua dentro e in questa giornata ho bisogno di tenerli con me".

E quello che succede oggi secondo Elena Giuliani sarebbe potuto essere diverso se si fossero ascoltate le istanze di quelle tantissime persone scese nelle strade e nelle piazze a manifestare: "Quel giorno di luglio Carlo insieme a tante persone era a Genova proprio per chiedere un mondo migliore per tutte e tutti. Il mondo migliore possibile. Oggi vediamo che quello che quello che veniva chiesto allora è sempre più necessario perché siamo sempre più sull'orlo del baratro climatico, ambientale e sociale.

Elena Giuliani, il padre Giuliano e le tante persone accorse in piazza non vogliono semplicemente ricordare quello che accadde 22 anni fa ma "fare memoria, per denunciare il fatto che non c'è mai stata verità a giustizia sull'omicidio di Carlo. C'è stata una verità parziale e una giustizia parziale sui fatti di Genova, ma finché uno Stato non accetta di fare verità e giustizia su ciò che i suoi rappresentanti, siano essi forze dell'ordine, politici o magistrati fanno, se non fa verità e giustizia su reati, aggressione e violenza delle forze dell'ordine getta le basi perché i fatti di allora continuino a ripetersi". Queste dinamiche secondo Giuliani si vedono "contro i migranti, contro i carcerati, contro i ragazzi delle scuole che manifestano per una scuola pubblica decente, lo vediamo contro i lavoratori, per esempio quelli della Gkn ma non solo, e contro i manifestanti no tav. Quella violenza di Stato se non viene chiarita, denunciata e affrontata può solo continuare e c'è il rischio che si verifichino tante e tanti Carlo. Per questo siamo qui e continuiamo ad essere qui, anche se faticosamente e stancamente dopo tanti anni".

La memoria di Carlo Giuliani per tanti ormai si è ridotta a quella foto con l'estintore in mano davanti alla camionetta dei carabinieri mentre Placanica gli punta la pistola contro ma che persona era tuo fratello?

"Meraviglioso. Mio fratello era veramente meraviglioso. Lo potete chiedere a tante persone che ha incontrato. Era disponibile, sempre pronto a dare una mano. Non si è mai voluto mettere in mostra: nella maggior parte delle foto che abbiamo di lui vivo si gira perché non voleva mettersi in primo piano, anche se però era sempre in primo piano perché era sempre pronto ad aiutare. Poi però abbiamo tante foto di quando lo hanno ammazzato".

Elena Giuliani ricorda l'affetto, la vicinanza. "Lui c'era sempre quando avevo bisogno - racconta -, quando aveva bisogno un amico, anche persone che non conosceva e che incontrava per strada e vedeva in difficoltà. Era fatto così, un ragazzo buono. Di recente abbiamo incontrato alcune persone che vent'anni fa lo avevano incontrato in manifestazione: uno di loro ci ha detto che nonostante non avessero un grandissimo rapporto aveva capito che era un ragazzo buono. Aveva gli occhi buoni".

Proprio dal luogo dove è morto suo fratello, che molti vorrebbero dedicare proprio a Carlo Giuliani, la sorella Elena manda un messaggio, "quello di sempre da vent'anni a questa parte: che si faccia un processo, che ci sia una verità per quello che è successo. Non per Carlo, perché Carlo è stato ammazzato. Non per noi, perché Carlo a casa non torna più. Per lo Stato, per il Paese, per i giovani di oggi e domani. Perché una cosa del genere non deve più verificarsi ma in tutti questi anni ha continuato a verificarsi. Ricordiamo Federico (Aldrovandi), Stefano (Cucchi), i nomi più famosi ma purtroppo ce ne sono stati tanti altri".

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