ISOLA DEL CANTONE-"Una donna mi ha aveva segnalato un cinghiale sofferente nei pressi un ruscello, pensavo fosse lo stesso che avevamo ferito alcuni giorni prima. Quando l'ho visto gli ho sparato per non farlo soffrire, mi sono insospettito quando ho visto che non era ferito ed era molto magro, la macellazione ha poi confermato che aveva i reni ingrossati...".
A parlare è Maurizio Gerbi, 65 anni, cacciatore da quando ne aveva sedici, è il caposquadra dei cinghialisti di Borlasca, frazione nei pressi di Pietrabissara, nel comune di Isola del Cantone, in Valle Scrivia, dove è stato trovato il primo e sino ad ora unico cinghiale infetto dalla peste suina africana in Liguria. Una zona di confine, a soli cinquanta metri dal Piemonte, fra i comuni di Isola del Cantone e Arquata Scrivia.
Gerbi da caposquadra dei cinghialisti della squadra 149 della Valle Scrivia svolge periodicamente corsi di aggiornamento: per questo è in grado di distinguere un animale sano da uno malato e anche contagiato dalla peste suina africana: "Quando abbiamo macellato quel cinghiale abbiamo subito capito che poteva essere malato e non bisognava toccarlo ma avvisare subito la Asl, e così abbiamo fatto, lo abbiamo imbustato e consegnato ai veterinari, abbiamo appreso qualche giorno dopo che quell'animale era stato contagiato dalla peste suina africana".
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Peste suina, Gerbi: "Così ho scoperto il primo cinghiale contagiato"
Parla il capo squadra dei cinghialisti di Isola del Cantone: "Era magro e aveva i reni ingrossati..."
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di Michele Varì
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