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Attualità

Crescono rabbia e polemiche
2 minuti e 33 secondi di lettura
di Al.Bo.

 

 Errare humanum est... perseverare? Rai. Si sono accesi i riflettori del teatro Ariston di Sanremo ma non meno incandescenti sono le polemiche che arrivano dai commercianti e residenti della cittadina dei fiori. Perplessa anche Asl1 che pare stia cercando di alzare un muro, o meglio chiudere il sipario, su questa 72esima edizione fatta di cantanti, staff, pubblico, potenziali assembramenti e…COVID.

Quest'ultimo protagonista indiscusso, da mesi, dell'estremo ponente ligure. La curva epidemiologica sembra infatti trovarsi a suo agio tra mari, colline, monti e frontiere. I contagi quotidiani continuano ad essere di 3 cifre stravolgendo non poco le vite di tutti.

Confcommercio e CNA si dimostrano unite nella polemica: instancabili continuano a chiedere a gran voce il rinvio della kermesse e armate di pazienza aspettano da tempo una risposta da parte dell'amministrazione comunale ." A dicembre- ricorda Andrea di Baldassarre presidente Confcommercio- abbiamo iniziato a chiedere spiegazioni a palazzo Bellevue ma, ad oggi, ancora nulla". Stessa precisazione arriva da Olmo Romeo, presidente di CNA, che oltre a ribadire lo sgomento legato al comportamento dell'amministrazione, ricorda la presa in giro di Rai nei confronti di Sanremo. " Avevano promesso iniziative gratuite estive per alleggerire i disagi causati ai commercianti durante la 71esima edizione che ricordo 'blindata' e invece? Nulla. Se non la classica pacca sulla spalla".

La rabbia dei più, come se già non bastasse, cresce al solo pensiero del virus che, come noto, non accenna ad allentare la morsa creando veri e propri effetti domino tra quarantene, auto-isolamenti, didattiche a distanza ect..etc.

Asl1 dissotterra l'ascia impaurita da ipotetici assembramenti tipici festivalieri, i residenti si sentono presi in giro tra green pass e no pass, i giovani privati ancora una volta dell'atmosfera festivaliera e i commercianti frustrati da incassi stellari perduti o, peggio ancora, per pochi.

Perché il Festival blindato Covid crea un enorme spaccatura tra chi può e chi non può lavorare. Gli alberghi attaccati all' Ariston lavorano come i ristoranti disposti o predisposti al servizio catering. Il resto invece è tagliato fuori.

Dal canto suo, Rai , si fa forte sulla difficoltà di cambiare palinsesto per una kermesse del calibro del festival con tanti e generosi sponsor e le clessidre delle case discografiche.

Nel marasma dell' implacabile imperativo non si può però rimanere indifferenti delle voci, degli sguardi di chi appartiene Sanremo e a chi appartiene Sanremo: residenti, commercianti, quelli che pagano le tasse, quelli che in pieno lockdown hanno tenuto aperto, quelli che hanno dovuto chiudere, quelli che esistono 365 giorni all'anno e chiedono un rinvio.

' Il Festival - dicono - è il festival della canzone italiana, non un talent show, non un grande fratello, non un qualcosa rinchiuso in uno schermo. Il festival è vita, movida, bar, colazioni, ristoranti, selfie, cori, abbracci, autografi, corse, bigiate di scuola. È questa la tela per la quale posa il Festival. La cosa che più fa male - concludono i più- è la minaccia velata che un giorno Rai potrebbe decidere di farlo da un' altra parte..e allora si " Zitti e buoni". D'altronde è il titolo della canzone che ha vinto l'anno scorso, senza nulla togliere alla bravura del gruppo musicale”

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