GENOVA - È stato firmato in Prefettura il protocollo che dovrà proteggere e garantire sicurezza e salute per i lavoratori nei periodi più caldi, quando le temperature segnano livelli anche sopra ai 35 gradi, e quando le condizioni di lavoro diventano un rischio per chi è particolarmente esposto agli eventi meteo. In particolare, i lavoratori maggiormente colpiti sono gli edili e i metalmeccanici, ma anche categorie come gli autisti, i rider, chi lavora in agricoltura e in ambito portuale, marittimo o balneare.
"I precedenti erano un po' basici, questo è uno strumento più elaborato - spiega il Prefetto di Genova Renato Franceschelli -. A differenza di altre emergenze che hanno un percorso chiaro e definito qui non è così. Esistono una serie di parametri che devono essere presi in considerazione, se uno stende catrame su una strada sotto il sole anche 32 gradi sono tanti. Dal governo potrebbero arrivare nuovi elementi per integrare il protocollo, questo è un primo passo".
A siglare il nuovo protocollo sono stati i rappresentanti della Capitaneria di Porto, del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, dell'Asl 3 e Asl 4 S.S.R. Regione Liguria, dell'Ispettorato Territoriale del Lavoro di Genova della Sede Inail, Inps, della Camera di Commercio di Genova, della Sezioni provinciale di Confindustria, di Confagricoltura, Coldiretti e Cia, di Confcommercio, della Sezione provinciale Ance di Genova e delle Organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil.
"Non è un punto di arrivo ma un punto di partenza che ci permette di dare a lavoratori e datori di lavoro strumenti per prevenire infortuni che possono essere mortali - spiega Marco Granara responsabile Ast Cisl Genova -. Abbiamo inserito strumenti innovativi come le previsioni Arpal utilizzate come strumento ufficiale, integreremo le novità che arrivano dal Governo col nostro protocollo".
Punto saliente del protocollo è il ricorso alla cassa integrazione che sarà possibile se le temperature superano i 35 gradi. Ma la richiesta potrà partire anche se i 35 gradi non saranno effettivi (da bollettino Arpal) ma percepiti. Inoltre, il protocollo garantisce turni di lavoro che escludano le ore più calde del giorno, anche più brevi, con un monitoraggio più attento delle condizioni di rischio e della salute dei cittadini, grazie alla presenza di un medico che dovrà - con il supporto del responsabile della sicurezza aziendale - monitorare le condizioni dei lavoratori, con particolare attenzione ai più fragili.
"Abbiamo assunto una necessità di strumenti strutturali rispetto a quella che non è più un'emergenza ma è un vero e proprio cambiamento climatico del nostro pianeta - dichiara Aurelia Buzzo, Segretaria Cgil Genova -. Non si può più morire di lavoro. Sentiamo continuamente dire che gli anziani devono restare a casa e stare attenti ma persone di 67 anni vanno sui ponteggi o a catramare le strade. Questo protocollo è un primo passo importante".
Tutti i sindacati hanno definito il protocollo un punto di partenza, che infuturo potrebbe integrarsi con nuovi elementi come "una maggiore determinazione delle soglie di gradi, capire bene quali sono le realtà di cui modificare gli orari, formazione, far capire alle persone quali sono i segnali di un colpo di calore e quindi essere attori protagonisti della propria salute" spiega Mario Ghini segretario generale Uil Liguria.
L'accordo ha immediata applicazione e sarà valido per tutta la provincia di Genova.
Anche a livello nazionale continua il pressing dei sindacati sul governo centrale per arrivare al più presto a quello che potrà essere il "decreto caldo", fatto di interventi ad hoc per le situazioni di lavoro più a rischio. Il confronto tra ministero del Lavoro e parti sociali è appena iniziato: un nuovo incontro con la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone è fissato per martedì.