GENOVA - I partiti di opposizione in Consiglio Regionale si sono detti pronti a sostenere azioni legali in risposta all'emendamento al Piano di Bacino approvato da Regione Liguria che ha concesso al Comune di Genova la possibilità di costruire lo Skymetro che collegherà Brignole a Molassana entro 10 metri dall'argine del Bisagno - solo le piattaforme sopraelevate e non piloni o binari -, in deroga ad una norma approvata dalla stessa giunta Toti nel 2015. La possibilità di un ricorso al Tar è già al vaglio del comitato Opposizione Skymetro – Valbisagno Sostenibile e Linea Condivisa per prima si è detta pronta a dare loro sostegno. La battaglia delle opposizioni non è contro la realizzazione di un'infrastruttura in Val Bisagno, anche se lo Sky Metro non convince tutti, ma contro i problemi di carattere ambientale che potrebbero sorgere in quella che è un'area a forte rischio di esondazioni.
L'emendamento nello specifico rende "ammissibili infrastrutture lineari strategiche di trasporto pubblico, situate in grandi centri urbani e finalizzate al miglioramento della mobilità urbana con contestuale riduzione del trasporto privato e delle emissioni, non altrimenti localizzabili, anche qualora ricadenti nelle fasce di tutela dei corsi d’acqua o interessanti aree del demanio idrico, previo accertamento che le aree interessate non risultino necessarie al ripristino del corretto deflusso del corso d’acqua, nel rispetto della pianificazione di bacino e delle condizioni di sicurezza idraulica per la piena di riferimento con adeguati franchi idraulici".
"Quando i progetti non vanno bene si cambiano i progetti e non le norme" attacca Luca Garibaldi del Partito Democratico, mentre il segretario regionale dei Dem Davide Natale accusa Regione e Comune di fare grandi annunci senza riuscire a dare risposte alle esigenze dei cittadini. Il Pd intende portare il tema in parlamento come il Movimento 5 Stelle: il coordinatore genovese dei pentastellati Stefano Giordano ha ricordato le "quasi 90 vittime nella nostra città per le esondazioni" e accusa Regione e Comune di non avere una visione di insieme di progetti di trasporto pubblico locale. Secondo Gianni Pastorino di Linea Condivisa, da sempre contraria allo Skymetro e a favore del tram, l'emendamento rappresenta una ferita insanabile tra maggioranza e opposizione e accusa la maggioranza di aver preso questa decisione per salvare i finanziamenti. Da tutti gli esponenti dell'opposizione arrivano accuse contro la stesura della norma, ritenuta non chiara in alcuni punti, ad esempio il riferimento ai "grandi centri urbani" menzionati nel testo, e l'accusa alla giunta di aver fatto "un favore" al sindaco di Genova Marco Bucci.
"Lo Skymetro non mette a rischio la sicurezza di nessuno, tantomeno quella di chi abita vicino agli argini del torrente Bisagno - ha risposto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti -. Le amministrazioni di sinistra hanno bloccato la questa regione per trent’anni, e continuano a rappresentare il fronte del no: questa parte politica è stata sconfitta dalle elezioni e dalla storia, quindi per bloccare le opere si rivolge ai tribunali, in cerca di un giudice che dia loro ragione".
La deputata e vicecapogruppo del Pd alla Camera Valentina Ghio presenterà un'interrogazione parlamentare su questo tema: "In un momento storico in cui le norme per la tutela del territorio sono essenziali - lo vediamo da quello che sta succedendo in questi giorni in diverse parti del nostro Paese, attraversato da fenomeni estremi dovuti al cambiamento climatico - trovo particolarmente preoccupante il blitz fatto dalla Giunta Toti di azzerare il limite dei 10 metri di distanza per costruire sugli argini del Bisagno per realizzare lo Skymetro. Stiamo parlando del torrente tristemente noto alle cronache per la devastazione e le vittime che le sue esondazioni, quando fenomeni meteorologici estremi hanno colpito il capoluogo ligure, hanno causato. Per questo ritengo questa misura pericolosa, una misura che non va nell'interesse di Genova e della tutela dei genovesi. È impensabile l’idea di autorizzare a costruire sugli argini di un fiume, si crea un precedente che potrebbe essere richiesto anche da altre Regioni e Comuni per autorizzare costruzioni in deroga vicino ai corsi d’acqua. Presenterò un’interrogazione alla Camera, al Ministro dell’Ambiente, per chiedere di verificare la correttezza delle misure approvate dalla maggioranza in Regione Liguria rispetto alle norme di tutela ambientale in vigore e anche rispetto ai cambiamenti climatici in corso. Genova è stata ferita troppe volte da alluvioni e inondazioni, va tutelata. Nessuno è contro la realizzazione di opere che creano sviluppo e offrono servizi ai cittadini, tutt'altro. Ma per realizzarle non si può e non si deve rinunciare alla sicurezza".
Anche il senatore dei dem e vicepresidente della commissione Ambiente e Trasporti Lorenzo Basso ha attaccato l'emendamento votato dalla Regione: "Nella stessa giornata in cui il Senato approva il decreto legge sulle alluvioni per affrontare l'emergenza causata dagli eventi alluvionali di maggio, è con grande sconcerto che si apprende dell'approvazione di una norma in Regione Liguria che deroga alla legge che vieta di costruire nelle fasce di tutela dei corsi d'acqua. Questa decisione rappresenta un rischio aggiuntivo per il territorio e la sicurezza delle persone, in contraddizione con gli sforzi compiuti a livello nazionale per gestire il problema delle alluvioni in maniera responsabile. È come se – prosegue Basso - il centrodestra non si rendesse conto di quanto grave sia il problema del dissesto idrogeologico nel nostro Paese. Norme che derogano alla costruzione nelle fasce di sicurezza dei torrenti, rimozione dei fondi dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per la gestione del rischio di alluvione e la riduzione del rischio idrogeologico. Ma ci si rende conto del contesto in cui viviamo, del cambiamento climatico che sta aumentando la frequenza e l'intensità di tali eventi? Invita il centrodestra in Regione Liguria a riconsiderare la norma che deroga alla protezione dei corsi d'acqua e chiedo al ministro Fitto di rivedere la decisione di rimuovere i fondi dal Pnrr per garantire la sicurezza dei cittadini e la tutela dell'ambiente. È fondamentale – conclude Basso - che tutte le istituzioni, tanto a livello regionale quanto nazionale, collaborino attivamente per affrontare le sfide delle alluvioni e proteggere il territorio e la popolazione da futuri rischi idrogeologici. Solo attraverso un approccio coordinato e responsabile si potrà garantire un futuro più sicuro e sostenibile per tutti".