GENOVA - "Per discutere di queste cose molto tecniche bisogna aver studiato e in Consiglio Regionale molti non studiano". È questo il contrattacco dell'assessore alla Protezione Civile di Regione Liguria Giacomo Giampedrone contro i partiti di minoranza, che hanno accusato la Regione di mettere a rischio la sicurezza idrogeologica dell'area del Bisagno in seguito all'approvazione dell'emendamento che consente di costruire entro 10 metri dall'argine per la realizzazione dello Skymetro.
Skymetro entro 10 metri da argine, opposizioni pronte ad azioni legali - L'ATTACCO DELL'OPPOSIZIONE
A rientrare nel limite dei 10 metri grazie all'emendamento sarebbero solo le piattaforme sospese per salita e discesa dei passeggeri, "non tutte" sottolinea Giampedrone, e non binari o piloni: "Le infrastrutture godono già oggi della deroga del limite di 10 metri se non diversamente localizzabile come in questo caso: vale per autostrade e ponti - spiega Giampedrone -. Nella fattispecie il binario, che scorre entro i 10 metri, non aveva alcun tipo di interpretabilità. La piattaforma dove poi dovranno entrare e uscire le persone per entrare nello Skymetro aveva bisogno di un adeguamento normativo per essere considerata anch'essa infrastruttura".
L'obiettivo dell'emendamento sarebbe quindi quello di risolvere un possibile fraintendimento normativo e far rientrare le piattaforme sospese sotto la definizione di "infrastruttura" per non rischiare di bloccare la progettazione dell'opera. "L'aula doveva dire se considera infrastruttura una piattaforma adiacente a un'infrastruttura - spiega -. La delega per le infrastrutture esiste già con la dimostrazione che non possono essere diversamente localizzabili. La piattaforma è un'infrastruttura interconnessa col binario, quindi le abbiamo dato la valenza di infrastruttura per rispondere a questo vizio di interpretabilità".
Poi l'accusa: "Nessuna deroga ai 10 metri, nessun ritorno a prima. Abbiamo votato un documento che dice esplicitamente che devono essere tenuti in debita considerazione tutti i regimi di massima portata di un corso d'acqua - dichiara ancora Giampedrone -. Detto poi da chi faceva costruire case a tre metri dal Bisagno, non infrastrutture non diversamente localizzabili". L'assessore si riferisce al fatto che nel 2015 fu la giunta Toti a spostare il limite entro il quale non era possibile costruire in prossimità dei corsi d'acqua da 3 a 10 metri di distanza dagli argini. Le opposizioni proprio per questo motivo hanno accusato la Regione di andare contro se stessa per fare un "favore" al sindaco di Genova Marco Bucci.
La minoranza ha anche criticato la formulazione della norma, ritenuta troppo vaga e che potrebbe quindi essere impugnata anche per costruire altre opere in deroga: "È una casistica difficilmente replicabile - spiega Giampedrone -: servono progetti di mobilità in grandi centri urbani. Io so bene cos'è la difesa del suolo, me ne occupo da 8 anni. So cosa significa effettuare una deroga su un'infrastruttura. Questa è solo una valutazione di tipo idraulico. I progettisti si sono posti il problema prima di depositare il progetto, che non è già autorizzato ma andrà depositato e il Consiglio dei Lavori Pubblici farà le valutazioni di impatto ambientale. È un atto normativo che consente al progetto e alle risorse ad esso collegate di non essere buttato nel bidone dell'immondizia".