GENOVA - Domenica scenderanno in Piazza De Ferrari gli animalisti che da tutta Italia hanno tempestato di mail le caselle di Regione Liguria e di tutti i gruppi che in consiglio regionale si sono espressi a favore del provvedimento che regola in Liguria la caccia con arco e frecce. Intanto la petizione su Change.org ha superato le 56 mila firme e le adesioni continuano a crescere (GUARDA QUI). Ma quello che preoccupa non è tanto la pratica, definita "barbarie medievale", del tiro con l'arco - praticato da poche persone in Liguria - quanto più altre disposizioni, passate con il voto favorevole di 23 consiglieri su 28 presenti.
Caccia con l'arco, gli animalisti tempestano di mail la regione - LA TEMPESTA
A spiegarle a Primocanale è stato Edgar Meyer, presidente dell'associazione nazionale Gaia Animali e Ambiente, che spiega che "viene data la possibilità di cacciare con arco e frecce, ma anche caccia animali che sono molto poco presenti in Regione Liguria, come il cervo e il muflone".
"Allunga il periodo venatorio, quindi il periodo di caccia a caprioli e daini, con la possibilità di cacciare anche i cuccioli e allunga il periodo di caccia al cinghiale a tutto l'anno con i relativi problemi di sicurezza, con la presenza di cacciatori nelle campagne, nei boschi e nelle colline liguri"
Secondo gli amanti degli animali è "un orrore dal punto di vista etico, ma anche un errore tecnico. La letteratura scientifica ci spiega che in quei territori dove si fa la caccia al cinghiale si ha una presenza maggiore di cinghiali", aggiunge Meyer. "Questo emendamento segna soltanto il ritorno agli uomini delle caverne". Da sempre gli animalisti chiedono in alternativa la sterilizzazione degli ungulati, procedura che comunque ha costi elevati. E intanto il problema della convivenza in città tra uomo e cinghiali si fa sempre più ampio, tra aggressioni, bidoni della spazzatura rovesciati e avvistamenti in strada o in spiaggia. E il pericolo che un avvistamento si trasformi in un incidente grave è concreto.
Genova, a caccia con arco e frecce: ma gli animali sono di plastica - VIAGGIO A GENOVA PEGLI
Una posizione inconciliabile questa con quella del deputato della Lega Francesco Bruzzone, che tiene intanto a fare un po' di chiarezza sul tema della caccia con arco e frecce, che più ha suscitato clamore sulle pagine dei giornali. "Un polverone sul nulla", lo definisce lui, intervenendo da Roma nel dibattito aperto durante l'approfondimento del nostro Primogiornale. "La cosiddetta caccia con l'arco è consentita in Liguria dal 1992, oltre ad essere consentita in 15 altre regioni italiane ed praticamente in tutti i Paesi europei".
"La Liguria ha esteso - questo è il motivo dell'emendamento e c'è anche un collegamento con il bilancio - la possibilità di uso dell'arco, non della caccia con l'arco di per sé: tra l'altro gli animalisti hanno da sempre detto di andare 'alla pari' con arco e frecce di fronte agli animali"
E in particolare, spiega Bruzzone, il provvedimento fa rifermento alla possibilità di effettuare il controllo faunistico con l'uso anche dell'arco. Oltre che è uno dei metodi per il contrasto alla peste suina, dato che "l'arco è uno strumento che entro 25 metri è più letale rispetto a una carabina: chi potrà utilizzarlo deve avere una sorta di diploma di specializzazione e consente di agire in maniera silenziosa, senza l'utilizzo - vietato - di armi da fuoco silenziate".
Il dibattito si infiamma dopo il rinnovato appello di Gaia Animali e Ambiente ai cittadini di firmare la petizione, con il deputato della Lega che ribatte così: "Siamo in democrazia e ci sta anche questo. Però ogni tanto in democrazia è anche giusto limitarsi alle cose concrete"
"Di questo passo non potremo più abbattere le zanzare perché sono esseri senzienti e viventi o parlare di ratizzazione o andare a toccare il cinghiale, quindi è giusto che stia in spiaggia"