GENOVA - "Ci aspettiamo almeno quattromila richieste di case popolari con il nuovo bando del Comune di Genova in corso il doppio rispetto all'ultimo bando del 2020, per questo non si può più stare fermi e bisogna rendere agibili duemila appartamenti sfitti". Così a Primocanale Bruno Manganaro segretario generale Sunia Genova.
"La cifra è importante e il Comune ne è cosciente per questo abbiamo iniziato un confronto positivo con l'amministrazione che vedrà un secondo incontro il prossimo 6 ottobre - spiega Manganaro - l'obiettivo è migliorare le condizioni dell’abitare delle fasce più deboli della popolazione genovese".
Durante il primo confronto tra le associazioni degli inquilini e assegnatari, il sindaco di Genova Marco Bucci, il vice sindaco Pietro Piciocchi e l’amministratore delegato di Arte si è discusso di come garantire l'assegnazione di alloggi alle fasce maggiormente disagiate in un contesto in cui purtroppo da parte del Governo non ci sono piani di investimento sulle case popolari.
La richiesta è quella di rendere agibili duemila alloggi che però, in mancanza di risorse da dedicare alla manutenzione, restano vuoti.
La proposta del Sunia: dare la possibilità a chi è in graduatoria e in attesa di una assegnazione, di provvedere con risorse proprie alla manutenzione recuperandole successivamente nelle quote di affitto da pagare ad Arte.
"La normativa già esistente ha messo in evidenza come nell'ultimo bando del 2020 circa 450 inquilini si sono dichiarati potenzialmente interessati a questo meccanismo, ma ad oggi poco si è mosso - sottolinea Manganaro - insieme al sindaco si è quindi convenuto che in assenza di risorse da parte del Governo bisogna provare ad aumentare la disponibilità di case popolari provando anche a fare un passo avanti con un meccanismo locale".