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Attualità

È solo di pochi giorni fa invece la protesta solitaria di un detenuto che è riuscito a scappare ai controlli e a raggiungere il tetto del carcere
2 minuti e 8 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi

GENOVA - Altro episodio di violenza all'interno del carcere di Genova Marassi, dove alcuni agenti della Polizia penitenziaria sono stati feriti da un detenuto. A darne notizia il segretario regionale per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Vincenzo Tristaino, dopo l'episodio avvenuto nelle scorse ore. "Adesso basta, tolleranza zero". Le parole di Tristaino. 

"Un detenuto di origine straniera, sudamericano, ha aggredito senza alcun motivo un agente della polizia penitenziaria mentre rientrava dall’aria. Il collega è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso del nosocomio cittadino. Il personale di Polizia penitenziaria è sempre più stanco delle continue aggressioni e violenze subite e auspica in un celere intervento da parte dell’amministrazione a livello nazionale" ha commentato Vincenzo Tristaino.

"Le quotidiane grida d'allarme del Sappe continuano a rimanere incredibilmente inascoltate dai preposti vertici istituzionali: solo proclami e belle parole, ma, di concreto, il nulla. Queste sono violenze annunciate! È scandaloso che nel 2023 vi siano ancora persone indegne che usano la violenza per cercare di sovvertire il sistema istituzionale all'interno dei penitenziari mirato alla risocializzazione del detenuto, ma in rispetto delle regole. Fortunatamente in carcere ci sono anche persone che si dissociano da questi atteggiamenti violenti e cercano nello studio e nel rispetto reciproco la loro ragione di vita". 

È solo di pochi giorni fa invece la protesta solitaria di un detenuto che è riuscito a scappare ai controlli e a raggiungere il tetto del carcere, da dove ha iniziato a lanciare materiali in strada. È stato fermato dopo un paio d'ore di trattativa incessante. Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime al poliziotto ferito a Marassi "la solidarietà e la vicinanza del Sappe" ed evidenzia come le intolleranze dei detenuti ed il grave episodio da loro provocato è "sintomatico del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. E la situazione è diventata allarmante per la Polizia Penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici. Servono risposte ferme da parte del Dap, anche destinando carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione".

Capece mette sotto accusa la gestione delle carceri da parte dell’attuale Capo del Dap Giovanni Russo: "La sua gestione è fallimentare: non fa praticamente nulla, vive isolato dai “suoi” uomini e non sappiamo neppure che faccia abbia, essendo evidentemente allergico al confronto con i Sindacati. Non ci incontra e non fa nulla, quando invece dovrebbe intervenire con urgenza sulla gestione dei detenuti stranieri, dei malati psichiatrici, della riorganizzazione istituti, della riforma della media sicurezza".

 

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