GENOVA - Si sono tenuti questa mattina alle 10, nella chiesa dell'Annunziata, i funerali di Roberto Molinari, l'uomo di 58 anni senza fissa dimora ucciso in carcere dal suo compagno di cella, probabilmente perché aveva "la colpa" di russare. Molinari era molto conosciuto nella zona dei vicoli di Genova e la sua morte ha scioccato quelli che lo conoscevano, per la brutalità del gesto subìto e per la motivazione.
L'omicidio si è consumato la mattina del 13 settembre quando Gervasio, suo compagno di cella, ha afferrato le gambe di un tavolo e uno sgabello e ha colpito nel sonno Molinari, uccidendolo. A Gervasio bastava poco per farlo diventare violento. Quando sono scattate le indagini si è scoperto che Molinari era talmente spaventato da Gervasio che, d'accordo con un altro recluso, suo amico, aveva fissato una parola d'ordine. "Ovvio ovvio", questa la parola: doveva gridarla in caso di aggressioni o altre emergenze, per avvertire del pericolo chi era fuori dalla cella.
I poliziotti penitenziari e il personale medico però avevano capito che in quella cella la situazione rischiava di degenerare e avevano convocato i due reclusi per un chiarimento, incontro fissato per due giorni dopo. Ma non sono arrivati in tempo e Molinari è stato ucciso prima del possibile chiarimento.