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Attualità

Al centro della discussione le banche centrali e il ruolo sempre più importante che queste istituzioni hanno assunto nel determinare la politica monetaria, e quindi l’economia reale, dell’Eurozona e degli USA
3 minuti e 30 secondi di lettura
di Andrea Popolano

I riflettori della Camera di Commercio e del suo Istituto di Economia Internazionale si sono accesi nella storica sede di via Garibaldi 4, sulle banche centrali e sul ruolo sempre più importante che queste istituzioni hanno assunto nel determinare la politica monetaria, e quindi l’economia reale, dell’Eurozona e degli USA. Il dibattito ha preso spunto dal volume Oltre le colonne d’Ercole. Ripensare le regole della politica monetaria, di Franco Bruni, vice presidente ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) e professore emerito della Bocconi, introdotto dal presidente camerale Luigi Attanasio.

Il libro racconta come, a partire dallo scoppio della grande crisi finanziaria del 2008, le banche centrali si siano spinte “oltre le Colonne d’Ercole”, abbassando i tassi fino a livelli negativi e comprando grandi quantità di titoli di Stato. Le acque ignote e pericolose solcate per la prima volta da queste istituzioni sono state le politiche ultraespansive della FED e soprattutto il quantitative easing, della BCE. E proprio quando le due banche centrali cominciavano a frenare l’espansione, ecco arrivare il cigno nero della pandemia, e poi la guerra in Ucraina, con l’aumento dei prezzi dell’energia e il riaccendersi dell’inflazione.

Hanno discusso del ruolo delle banche centrali e soprattutto di come ripensare le regole della politica monetaria, ripristinando regole flessibili con cui moderare e abbreviare le manovre sui tassi d’interesse,  gli accademici Mario Deaglio, università di Torino, Giovanni Ferri, Università LUMSA, Maurizio Conti, Università di Genova, Giovanni Battista Pittaluga,  direttore scientifico della rivista Economia Internazionale/International Economics e, in rappresentanza  del mondo creditizio, Fabio Innocenzi, amministratore delegato di Banca Finint.

"C'è stata forse un po' di esagerazione nella creazione di liquidità e di tassi di interesse rimasti troppo bassi e troppo a lungo che ha in parte ha favorito l'inflazione - spiega l'autore del libro Bruni -. Le banche centrali dovrebbero cercare di impegnarsi a non essere cosi brusche, violente e ambiziose nella manovra dei tassi della liquidità. I governi e anche i privati spingono per avere sempre maggiore liquidità ma la banca centrale ha il compito di resistere. Ora, con molto ritardo, stanno combattendo l'inflazione con grande coraggio. La politica di bilancio è fondamentale - spiega ancora Bruni - perché quando la politica monetaria è troppo generosa la disciplina del bilancio diminuisce. Certamente può servire una politica monetaria più severa per dare una disciplina al bilancio e fare in modo che i governi si occupino di riforme strutturali e investimenti produttivi e meno di trasferimenti finanziari che finiscono ad alimentare una domanda precaria. Siamo in un periodo molto rischioso" conclude Bruni.

"È un libro interessante perché ripercorre la politica monetaria degli ultimi anni  - spiega Pittaluga -. La politica fiscale è oramai inefficace a causa dei livello del debito pubblico raggiunto da alcuni Paesi con le banche centrali che sono state coinvolte in compiti che non sono proprio i loro. Penso ad esempio a quanto ha dovuto fare Mario Draghi tra il 2012 e il 2015 quando ha scongiurato una deflazione europea. C'era la Germania che voleva l'austerità fiscale degli altri paesi e aveva creato le condizioni per il nascere di diversi movimenti no euro. La Bce ha immesso molta liquidità nel sistema, liquidità che è poi difficile da riassorbire. Noi vediamo che a causa del basso spazio fiscale le banche centrali assumono sempre crescenti poteri, a livello normativa la ricetta sarebbe quella di creare sempre più spazio fiscale ma credo sia sempre più impopolare per la politica creare queste condizioni".

"Un momento difficile per il Paese, siamo in attesa dei giudizi delle agenzie di rating e quindi delle decisioni sulle politiche monetarie - spiega il presidente della Camera di Commercio di Genova Attanasio -. È importantissimo avere queste occasioni di confronto per permettere di capire maggiormente tutte queste situazioni. Abbiamo dal dopoguerra a Genova una rivista economica che ha proprio l'obiettivo di creare cultura economica. Viviamo in questo periodo un momento di grande incertezza perché la crescita dei tassi di interesse ha fortemente condizionato l'andamento economico. Oggi questi tassi di interessa ci sembrano molto elevate in comparazione a un periodo deflativo in cui i tassi erano a zero o sotto zero: il bene probabilmente sta nel mezzo" conclude Attanasio. 

  

 

 

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