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Attualità

Partito dal Bangladesh poco più che 18enne arrivato a Genova dopo quasi un anno di viaggio
2 minuti e 13 secondi di lettura
di Tiziana Oberti

GENOVA - Dal Bangladesh a Genova passando per la Libia dove è finito in mano ai trafficanti e un viaggio verso Lampedusa su un barcone vedendo morire due amici inghiottiti dal mare. E' la storia di Omar Faruqe ospite della puntata di 'People, cambia il tuo punto di vista' in collaborazione con la Comunità di Sant'Egidio.

Omar era uno studente poco più che diciottenne quando è partito dal distretto di Madaripur in aereo verso la Libia poi l'inizio dell'incubo con lunghi mesi nelle mani di trafficanti in campi di lavoro. Le botte e le minacce erano quotidiane così come le foto che venivano mandate ai genitori di Omar "facevano anche delle videochiamate con i miei genitori dove picchiavano me e i miei compagni per convincerli a pagare". I genitori di Omar vendono la casa e i terreni si indebitano ma riescono a pagare i trafficanti.

"Ci bastonavano e ci davano poco da mangiare solo un pezzo di pane e poca acqua, dovevamo fare solo quello che dicevano loro, la situazione è molto difficile".

Maltrattamenti, abusi, umiliazioni erano all'ordine del giorno. Prova quattro volte senza successo a raggiungere l'Italia su un barcone, viene arrestato, e passa da un 'agente' a un altro. La sua famiglia 5 volte paga i trafficanti per riscattarlo.

Omar riesce a raggiungere Lampedusa al quinto tentativo "quando ho visto l'isola ero tanto felice dopo quello che avevo vissuto anche se due amici sono morti durante la traversata, loro sono morti io salvo".

Omar lavora in un negozio nel centro storico genovese è un richiedente asilo ed è in attesa di ottenere i documenti intanto ha frequentato quest'anno il corso di italiano e lingua italiana della Comunità di Sant'Egidio. Di giorno il lavoro e la sera lo studio dell'italiano.

https://www.instagram.com/p/CzgRlBHo4_l/

Racconta con la voce rotta dall'emozione, riesce con poche parole a descrivere le botte e la fame che ha subito in Libia. I suoi occhi parlano e mentre racconta spesso li abbassa e si ferma, le cicatrici sul suo corpo sono guarite non ancora però quelle nel cuore e nella mente. Fa capire che non ripartirebbe ma ora la priorità è quella di aiutare i suoi genitori.

Alla fine dell'intervista sorride pensando al futuro: "Voglio preparami bene per la mia nuova vita qui poi vorrei tornare a riabbracciare i miei genitori, ora lavoro anche per aiutarli visto che si sono indebitati per me".

Omar ha rivisto i suoi genitori dopo due anni la scorsa primavera grazie a una videochiamata della giornalista Francesca Mannocchi che stava realizzando un reportage proprio dal Bangladesh.

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