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Attualità

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di Dario Vassallo
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Il 4 novembre 2011 è stata una delle giornate più drammatiche nella storia di Genova: in poche ore caddero 500 mm di pioggia, appena dieci giorni dopo l’alluvione che aveva devastato le Cinque Terre. Le piogge iniziarono la sera prima per poi continuare tutta la notte tanto che il Bisagno arrivò in poche ore a toccare il livello di guardia.

Nella tarda mattinata si compì il disastro: sul rio Fereggiano arrivò improvvisamente un picco di piena eccezionale che fece sì che l'acqua superasse abbondantemente gli argini: la strada si trasformò in un vero e proprio fiume in piena alto oltre un metro che spazzò via decine e decine di automobili e moto, allagando androni e negozi. Morirono sei persone: una madre con le sue due figlie di 1 e 8 anni che si erano rifugiate in un portone di via Fereggiano, una diciannovenne trascinata dall'acqua in strada, un'altra donna e un'edicolante travolta con il suo chiosco.

Nel frattempo, poco prima delle 14, il Bisagno esondò nella sua sponda destra presso Borgo Incrociati allagando diverse zone della città con l'acqua che sommerse anche il tratto iniziale di Via XX Settembre. Poi tracimò anche sulla sponda sinistra colpendo la bassa Valbisagno nella zona di piazzale Adriatico. Tra gli altri quartieri maggiormente colpiti Foce, Quezzi, Molassana, San Fruttuoso, Quarto e Nervi ma anche i comuni di Camogli e Recco mentre andarono in piena i fiumi Sturla, Scrivia e Entella. In molte zone c’è chi fuggì persino sui tetti o verso i piani più alti dei palazzi.

Fu subito polemica sulle responsabilità dei morti e dei danni. La giunta venne accusata di non avere deciso la chiusura delle scuole. Se lo avesse fatto, fu la tesi di alcuni, probabilmente non ci sarebbero state vittime. Il sindaco Marta Vincenzi parlò di una “tragedia assolutamente imprevedibile in questa forma” e di una ”bomba d’acqua” che aveva colto di sorpresa città e amministrazione. Venne condannata in primo grado e in appello a 5 anni di carcere per omicidio colposo plurimo, disastro colposo e falso patteggiando poi una pena di 3 anni da scontare ai servizi sociali. L’alluvione del 2011 è purtroppo entrata negli annali statistici per l'enorme quantità di pioggia caduta in una sola ora.