Attualità

"Lo stupratore è il figlio sano del patriarcato", "Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima" e "Distruggi tutto", si legge sui cartelli dei ragazzi esposti all'ingresso di diverse scuole
46 secondi di lettura
di Au. B.

GENOVA - I giovani delle scuole genovesi si sono uniti ai compagni romani, portando la rabbia scaturita dagli ultimi femminicidi tra i banchi.

"Lo abbiamo fatto perché sia davvero l'ultima. Perché vogliamo che la scuola serva a creare una cultura alternativa alla nostra società piena di prevaricazione e machismo. Perché, anche contro questo sistema eterocispatriarcale, non resteremo a guardare. Per Giulia. Per tutte noi", si legge sui cartelli esposti dai ragazzi all'ingresso di diversi istituti scolastici.

"Lo stupratore è il figlio sano del patriarcato", "Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima" e "Distruggi tutto".

A lasciare contrariati i ragazzi e le ragazze anche la posizione del ministro all'istruzione Giuseppe Valditara, che ha annunciato per domani, martedì 20 novembre, "un minuto di silenzio in onore di Giulia e di tutte le donne vittime di violenza". Per chi manifesta, però, 'non serve il silenzio' ma "mobilitarsi accogliendo l’appello della sorella di Giulia per una rivoluzione culturale".

 

ARTICOLI CORRELATI

Lunedì 20 Novembre 2023

Femminicidio di Giulia, la psicologa: "La violenza riguarda tutti"

Giulia è la 103esima donna ammazzata nel 2023. Occorre prevenzione sociale
Lunedì 20 Novembre 2023

Violenza, l'assessore: "Ampio calendario 25 novembre, serve educare tutte generazioni"

Intanto i giovani delle scuole genovesi si sono uniti ai compagni della Capitale, portando la rabbia scaturita dagli ultimi femminicidi tra i banchi