GENOVA - Una settimana dopo è di nuovo sciopero e corteo a Genova. Cgil e Uil sono scese in piazza per protestare contro le misure contenute nella legge di Bilancio messa a punto dal governo Meloni. Sciopero di 24ore da parte del settore privato. In 5mila secondo i dati degli organizzatori hanno sfilato per le vie della città: partenza dalla Stazione Marittima e arrivo in piazza De Ferrari prima e poi in piazza Corvetto dove si è svolto il comizio finale. Tra le rivendicazioni anche quella sulla crisi industriale, una su tutte la situazione di Acciaierie d'Italia e quella sulla sicurezza nei luoghi di lavoro con un richiamo all'emergenza femminicidi. Per questo a inizio corteo è stato chiesto di fare un 'minuto di rumore'.
Tra le adesioni allo sciopero: settore edile Cosme 90%, Sirce 70%, Amplia autostrade 50%. Comunicazioni: RAI 80%, Telecomunicazioni 40%. Commercio: Ikea 50%, Coop 50%, Compagnia generale trattori 75%, Isma controlli 72%, Ansaldo 66%, Leonardo 62%, Fincantieri 75%, Acciaierie 78%, Riparazioni navali 77%, Fincantieri Muggiano Spezia 70% operai 30 % impiegati. Settore assicurativo e bancari 30 per cento. Coop Liguria provincia di Savona Ipermercati più supermercati su 360 addetti totali 152 adesioni sciopero. Sanac Savona Sanac 95% adesione sciopero, Piaggio 70%, Semar electric 70%.
A intervenire nel comizio conclusivo il segretario generale della Cgil Liguria Maurizio Calà e il membro della segreteria confederale nazionale Uil Vera Buonomo. "Privati e pubblici uniti perché questa manovra fa cassa non solo sulle pensioni e sui salari ma fa cassa anche sui territori - spiega Calà -. Alla Liguria verranno tagliati 61 milioni. Poi ci sono le grandi vertenze: il governo non sta dicendo nulla su ex Ilva, Ansaldo Energia e Piaggio Aero. Danno 190 milioni per i contratti di solidarietà e 780 milioni per il progetto del ponte di Messina. E poi ci sono i problemi degli incidenti sul lavoro e dei femminicidi, sono due stragi di un Paese che non ha dignità di prendere in mano".
"Siamo qui per dire no a una manovra iniqua e discriminatoria - spiega Buonomo -. Lo abbiamo ribadito al governo quelle poche volte che ci ha convocato. Una manovra che non guarda ai pensionati, ai lavoratori e nemmeno ai giovani. Abbiamo un'idea del fisco che sia di progressività. Chi più guadagna più paga ma questa manovra non guarda alle esigenze reali del Paese".
In prefettura i metalmeccanici della Fiom hanno intonato cori e si sono avvicinati all'ingresso della prefettura presidiata dagli agenti di polizia. Un gesto dimostrativo durato un paio di minuti per far sentire la propria voce all'interno delle stanze che rappresentano il governo.
Nel lungo corteo operai edili, lavoratori del ramo assicurativo, ma anche pensionati, professori e personale impegnato nel ramo sanitario. Tante le richieste di rivedere la manovra. "Sogno una scuola diversa con massimo 15 alunni per classi e tutti in presenza - spiega un professore -. I tagli della Finanziaria sono sempre destinati alla scuola e ai servizi. Si usano troppe risorse per cose che non servono". Gli edili chiedono maggiori investimenti per i lavoratori del settore: "Lo stipendio non basta, come si fa a tirare avanti una famiglia?" e poi ci sono i pensionati e chi vorrebbe andarci: "Hanno cambiato opzione donna mettendo degli ostacoli senza considerare chi fa i lavori usuranti". In piazza anche i lavoratori della grande distribuzione.
Cgil e Uil chiedono di alzare i salari, estendere i diritti, offrire un futuro ai giovani e fermare "il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati". Cgil e Uil lanciano l’allarme su sanità e sociale. "La manovra del Governo, così come proposta, inciderà pesantemente sui conti liguri a partire proprio dal capitolo sanità già fortemente in affanno in particolare su liste d’attesa e personale" si legge in una nota.
Accanto alle rivendicazioni nazionali (superamento della Fornero, lotta all’evasione fiscale ecc.) Cgil e Uil in piazza anche per le altre emergenze liguri: "Serve una nuova strategia industriale per affrontare le crisi vecchie e nuove: Ansaldo Energia, Piaggio, Acciaierie d’Italia sono solo alcune delle industrie di respiro nazionale che attendono risposte serie e concrete dal Governo. Serve subito un piano straordinario di assunzioni nel comparto socio sanitario: occorrono medici, infermieri, operatori socio sanitari e personale ausiliario e l’abbattimento delle liste di attesa. Occorre potenziare il sistema degli enti locali: basta con i tagli ai Comuni e, quindi, ai servizi sociali".
E ancora: "Su commercio e grande distribuzione serve subito un tavolo regionale per disegnare il futuro e un’occupazione di qualità anche a fronte delle nuove aperture. Destagionalizzare del turismo. Maggiore attenzione alla sicurezza sul lavoro e al mondo degli appalti e subappalti dove spesso si annidano condizioni di lavoro inaccettabili. No all’autonomia differenziata che favorirebbe ancora di più il divario tra regioni creando una frattura insanabile tra nord e sud. E chi pensa che la nostra regione ne trarrebbe giovamento sbaglia".
Durante lo sciopero nazionale “Adesso Basta” di tutte le regioni del Nord (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Val d’Aosta e Veneto), sarà letto dai palchi un appello contro la violenza sulle donne.